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PIETRO TOPICA
della Collezione Crespi e della serie del Trionfo della Castità: questi uscì certamente dalla
affollata scuola del Ghirlandaio, ma non seguì troppo da vicino il maestro; lasciata l’arté
dell’affresco, si mostra con la sua vivace fantasia, con lo studio sì delicato del paesaggio,
con la sua giovanile freschezza di sensazioni, uno fra i più amabili minori artefici fiorentini
decoratori di mobili e di cassoni.
Nella Pinacoteca comunale di Città di Castello una tavola con fondo dorato entro la quale
si vede assisa la Vergine che ha sulle ginocchia il bambino, viene attribuita a Gentile da Fa-
Fig. 18. — Girolamo Mazzola: Una morta - Bergamo, Galleria Lochis
(Fotografia Tarameli!)
briano od alla sua scuola, mentre è facile riconoscere ch’essa non è opera di artista umbro,
bensì di Antonio Vivarini, nel periodo in cui egli dipingeva in compagnia di Giovanni d’Alle-
magna (fig. 16). Si confronti questa Madonna con quella del grande quadro nell’Accademia
di Venezia (fig. 17): in uno stesso modo è disposto e segnato il drappeggio; le mani morbi-
damente profilate hanno lunghe dita con unghie ovate; il bambino mostra nei due quadri
un’ identica forma del cranio, la bocca arcuata, gli occhi sollevati in alto, le spalle ristrette :
vegetano sui troni le stesse forme gotiche. La tavola di Città di Castello è in ottimo stato,
e come nel quadro di Venezia vi si vedono dipinte le carni con dolci sfumature dal pallido
al roseo, la vesticciuola del Bambino, il manto ricamato della Vergine lavorati con mira-
bile cura; tuttavia nel disegno dei visi, nelle orbite degli occhi e nel profilo delle guance,
si scorge qui certa durezza che poi si ritrova assai scemata nel quadro dell’Accademia di
PIETRO TOPICA
della Collezione Crespi e della serie del Trionfo della Castità: questi uscì certamente dalla
affollata scuola del Ghirlandaio, ma non seguì troppo da vicino il maestro; lasciata l’arté
dell’affresco, si mostra con la sua vivace fantasia, con lo studio sì delicato del paesaggio,
con la sua giovanile freschezza di sensazioni, uno fra i più amabili minori artefici fiorentini
decoratori di mobili e di cassoni.
Nella Pinacoteca comunale di Città di Castello una tavola con fondo dorato entro la quale
si vede assisa la Vergine che ha sulle ginocchia il bambino, viene attribuita a Gentile da Fa-
Fig. 18. — Girolamo Mazzola: Una morta - Bergamo, Galleria Lochis
(Fotografia Tarameli!)
briano od alla sua scuola, mentre è facile riconoscere ch’essa non è opera di artista umbro,
bensì di Antonio Vivarini, nel periodo in cui egli dipingeva in compagnia di Giovanni d’Alle-
magna (fig. 16). Si confronti questa Madonna con quella del grande quadro nell’Accademia
di Venezia (fig. 17): in uno stesso modo è disposto e segnato il drappeggio; le mani morbi-
damente profilate hanno lunghe dita con unghie ovate; il bambino mostra nei due quadri
un’ identica forma del cranio, la bocca arcuata, gli occhi sollevati in alto, le spalle ristrette :
vegetano sui troni le stesse forme gotiche. La tavola di Città di Castello è in ottimo stato,
e come nel quadro di Venezia vi si vedono dipinte le carni con dolci sfumature dal pallido
al roseo, la vesticciuola del Bambino, il manto ricamato della Vergine lavorati con mira-
bile cura; tuttavia nel disegno dei visi, nelle orbite degli occhi e nel profilo delle guance,
si scorge qui certa durezza che poi si ritrova assai scemata nel quadro dell’Accademia di