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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Sordini, Giuseppe: La "capella delle reliquie" nel duomo di spoleto
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0276

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GIUSEPPE SORDINI

nicchie e di decorazioni pittoriche assai vetuste, da me scoperto molti anni or sono, sotto
la cappella stessa.

In un altro mio scritto, già preparato, verranno convenientemente illustrati i resti costrut-
tivi, gli avanzi della decorazione, l’alta antichità, l’origine3 6 lo scopo di quel piccolo, ma impor-
tantissimo edificio; ed è necessario, poiché alcuni scrittori arrivarono perfino a confondere la
tribuna di San Primiano con quella del Duomo odierno, dipinta da Fra Filippo Lippi, creando
così un vero ginepraio topografico, dal quale sembrava quasi impossibile che, dopo tanti
secoli, potesse uscire chiara e netta la verità.1

E la verità, abbattendo errori e pregiudizi inveterati, luminosa è balzata fuori, rischia-
rando le origini e la natura di quel piccolo edificio non solo, ma, altresì, il carattere della
posteriore ricostruzione e lo scopo dell’opera d’arte in essa conservata.

Le denominazioni: Cappella delle reliqitie e Coretto d’inverno indurrebbero a credere
che tanto l’edificio, quanto l’opera di legname di che va adorno, avessero originariamente
gli scopi da quelle denominazioni indicati. Invece, basta entrare nella cappella per accor-
gersi subito che il Coro invernale è semplicemente un goffo, recente adattamento;2 e che
i tre piccoli armadi esistenti sull’altare e ai lati di esso, non furono mai capaci di contenere
il tesòro delle reliquie della Cattedrale spoletina.

Il cardinale Maffeo Barberini, il quale, come ho già ricordato, innanzi di diventar papa
fu vescovo di Spoleto, nel primo volume della Sacra Visita da lui incominciata il 4 luglio 1610,
ci racconta che, il giorno successivo, disse la messa nel Duomo di Spoleto, in sacello Sanc-
tissimae Iconae, e dòpo essere stato in sacrestia e altrove accessit, di nuovo, ad sacellum
S.mae Iconae situm a parte Boreali Ecc.ae post quinta Cappella ab eiusdem Ecc.ae ingressa,
cui annexa est sacristia, parva, namq parvu est etiam sacellu, undiq. ornatimi armariis nuceis,
quor. prospects partim eX artificiosa àlterius Ugni intextura diverso!. animàlium, piantar, et
fior. Itnagines representant, partim sculpturis et picturis exornati prospiciuntur... Pechini
habet-fornicatu et ornatu picturis Varia Misteria Beatissimae Virginis representan., aliisq.
ornamenti ex gipso■ et argilla. In medio est altare... supra est Tabernaculurn ligneù optine
sculphim ex figuris et plorib. columnisq. secundum architectUràe rationem optime dispositi.
In eo conservatile sacra Icona namq. in medio Tabernaculi adestfinestrella parva cum Ima-
gine Assumptionis Beatissimae Virginis espressa.

Basta considerare queste parole del Cardinal vescovo Barberini, per accorgersi subito
che si riferiscono alla Cappella delle reliquie3 o Coretto d’inverno, ancora quasi intatta, e
che, ai tempi del Barberini, ossia trecento anni or sono, era, nè più nè meno, la Cappella
della Santissima Icone. Errerebbe però, chi, fidandosi a questo documento, ritenesse che tale
fosse la originaria sua destinazione. Documenti più antichi, tre dei quali pubblicherò qui
appresso, dicono chiaramente che la odierna Cappella delle reliquie o Coretto d’inverno, e,
ai tempi, del Barberini, Cappella della Santissima Icone fu, in origine, sernplicemente la
Sacrestia, nuova di questa, cappella.

Infatti, se le dimensioni dell’edificio e il carattere delle decorazioni, ben convengono ad
Una sacrestia, non si' comprenderebbero più, quando si riferissero ad una cappella nella quale
si sarebbe venerata una immagine famosa della Vergine, tenuta sempre dagli Spoletini in

1 Tale errore è comune, senza eccezione, a tutti
quelli che, dal xvi. secolo ad oggi, scrissero di cosè
spoletine.

2 Anche il Guardabassi s’ingannò, ritenendo che
l’opera di legname esistente nella Cappella delle Reli-
quie fosse un Coro canonicale. Vedi Guardabassi, In-
dice-Guida dei monumenti dell’ Umbria.

3 Sembra che questo titolo di Cappella delle Reliquie
lo avesse poco dopo il vescovato del cardinale Maffeo
Barberini, poiché nel Libro quarto delle deliberazioni

capitolari, a c. 117, sotto la data 2 settembre 1680,
facendosi ricordo della riconsacrazione del Duomo di
Spoleto, per opera del Cardinal vescovo Cesare Fac-
chinetti, avvenuta in quell’anno medesimo, si parla
della Cappella bora detta delle Reliquie, ove slava già
la S.ma Icone. Infatti la vecchia sacrestia del Duomo
era stata da mezzo secolo trasformata in cappella della
Santa Icone, come ne attesta l’iscrizione commemora-
tiva in essa esistente, e che reca la data MDCXXVI.
 
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