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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Sordini, Giuseppe: La "capella delle reliquie" nel duomo di spoleto
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0279

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LA « CAPPELLA DELLE RELIQUIE » 'NEL DUOMO DI SPOLETO

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Capitello del tabernacolo

eseguiti.1 E una terza cap-
pella, l’attuale, venne in-
fine con molta magnifi-
cenza di marmi, di pitture
e di stucchi messi a oro,
architettata nella vecchia
sacrestia del Duomo, nel-
l’anno 1626,2 dove ancora
è venerata la celebre Icone.

Fuori di ogni dubbio
è, quindi, che la odierna
Cappella delle reliquie, in
originè, fosse nè più nè
meno, la Sacrestia nova
della Santissima Icone. E,
oltre i documenti che, co-
me ho detto, trascriverò
qui sotto, chiaramente ciò
dice la decorazione di le-
gname in essa ancora esi-
stente. Tale decorazione

pompa straordinaria. È vero però che, intorno a quel
tempo, fu squarciato il fianco sinistro della chiesa, apren-
dovi un immenso arco ogivale, per dare adito ad una
tribuna pentagonale, costruita con il concorso delle più
nobili famiglie spoletine del tempo. Tale tribuna nel
xvx secolo era certamente dedicata alla Vergine, come
risulta dai motti biblici in lode della medesima, che si
veggono ancora dipinti in alcune cartelle sulle pareti
infrante e cadenti della tribuna stessa, presso la cappella
del Sacramento. Della decorazione più antica poco può
dirsi, ma anch’essa pare accenni alla glorificazione della
Vergine. Nè deve trascurarsi il fatto che la sacrestia
nova della Cona, della quale mi occupo in questo
scritto, era attigua a questa tribuna, addossata al Duomo
di Spoleto sullo scorcio del xin secolo, o poco più tardi,
come apparisce dalla sua struttura e da alcuni degli
avanzi della decorazione pittorica più antica. Ricordo
ancora che quivi presso, nell’interno dell’edificio,
stanno appese due campanelle che si usa suonare nelle
funzioni solenni e che il popolo chiama della Madonna,
mentre ragion vorrebbe che fossero denominate altri-
menti, essendo lontana la cappella odierna della Icone.
Una di tali campanelle reca la data M.CCCC.LXV.

1 Adamo Rossi nel Giornale dì erudizione artistica,
Perugia, 1873, voi. II, pag. 218-222, pubblicò per il
primo questa notizia, con il titolo: Di una cappella fab-
bricata a Spoleto nel cinquecento per la Santa Icone. Di
questa fabbrica però nessuno ha mai saputo nulla, e
io, che ho svolte con diligenza molte carte riguardanti
il Duomo di Spoleto, non mi sono imbattuto mai in
verun ricordo di essa. Certamente, corn’è provato dai
documenti, fu fatto il modello e incominciata la co-
struzione, e forse fu anche condotta a termine ; ma oggi

non ne avanza o non se ne conosce nemmeno un fram-
mento. Però, ponendo mente alle misure dell’edificio,
a me sembra di veder chiara la spiegazione di tale
fatto. Non si trattò già di una vera e propria cappella,
ma di un tabernacolo, come è detto nella proposta del-
l’architetto e scultore Giampietro di Niccolino de’ Bosi
di Milano, di forma rotonda e del diametro di soli
sette od otto metri, da costruirsi dentro il duomo di
Spoleto. È notevole che si prescrisse per tutta la co-
struzione, comprese le colonne, i capitelli e le statue,
la pietra caciolfa di Faubello, cava dei monti di Trevi,
della quale larghissimo uso si era fatto nel secolo xv.

Nei magazzini del Capitolo trovai molto tempo fa
un torso di statua, metà del vero, rappresentante San
Giovanni Battista, scolpito appunto in quella pietra e
in stile del tempo. E in quei magazzini e altrove, in-
seriti nella fabbrica, si veggono alcuni busti in altori-
lievo, circondati da corone di fogliami. Sono forse i
resti del tabernacolo?

E mi piace ancora di ricordare che nei capitoli defi-
nitivi di allogazione dell’opera, riformati per consiglio
del poeta spoletino Clarelio Lupi, e approvati il 15 mag-
gio 1519, si prescriveva: Item quod capitelli debeant
fieri et incidi ut apparet in ecclesia sancti Concorda
extra muros spoleti videlicet ad exemplum et instar
pulchrioruin capitellorum diete ecclesie sancti Concordij.
La chiesa di San Concordio è la famosa basilica di
San Salvatore del iv secolo, esistente ancora presso
Spoleto, tenuta sempre in grande onore e illustrata da
scrittori locali d’ogni tempo. Eppure si osò stampare,
con amarissime parole per noi italiani, che un Tedesco
ha scoperta la bellezza ed importanza di tale edificio!

2 Nella parete interna, sopra l’ingresso principale,
 
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