28o
ARDUINO CO LASAN7I
sieme. Dalla sala piemontese, in cui sotto la curva della mezzavetta cinerea e sotto una
larga cornice di legno scolpita a frutti di pino e di castagno pende un ricco velluto di tono
d’argento ossidato, alla sala veneziana, dal fregio verde su cui spiccano pennoni e antenne,
vele spiegate e bandiere svolazzanti, in una calda nota di porpora e d’oro; dalla sala emi-
liana, lieta di alberelli in fiore, di siepi d’alloro e di un gentile coro di belle donne, alla
sala toscana, in cui sotto il fregio di terracotta lumeggiata d’oro si distendono pannelli di
seta lavorati a traforo; dalla sala lombarda, luminosa in quei suoi rilievi di oleandri legati
con festoni d’edera, in bianco avorio e oro, alla sala del Lazio armoniosa, austera, signorile,
in cui Adolfo Apolloni, Onorato Carlandi, Aristide Sartorio, Umberto Coromaldi, Camillo
Innocenti, Enrico Nardi, Arturo Noci e Alessandro Poma hanno speso tanta genialità e
tanto fervore, in tutti gli ambienti, in tutti gli anditi, i tessuti, la pietra lavorata, gli stucchi,
il ferro battuto, il colore, servono non solo di nobile cornice, ma quasi di estetico com-
plemento ai quadri e alle statue.
* * *
Manca in questa esposizione la suggestione che accompagna sempre il primo rivelarsi
di manifestazioni artistiche ai più ignote. Dopo aver ricorso agli Scozzesi, agli Scandinavi,
al Giappone, agli Ungheresi,
Venezia si è trovata di nuovo
in mezzo alla vecchia Europa,
che da secoli lotta e lavora
per consolare con un sorriso
di bellezza il peso della sua
gloria e delle sue memorie.
Più scarso è anche il contri-
buto che alla mostra Vene-
ziana portano l’arte svedese,
la norvegese e la danese, ma
10 Strom, tanto nella Sera
d’autunno in Norvegia quanto
nel suo Interno rustico rivela
quella rara efficacia rappre-
sentativa della realtà che i fre-
quentatori della Esposizione
di Venezia già conoscono e
l’Ancher con quei Tre pesca-
tori dalle carni aduste sotto
11 sole giallo e vivace non ci
dice nulla che l’arte sua non
ci abbia già detto. Tra gli
Svedesi mi piace di rammen-
tare Bruno Liliefors, il cele-
bre animalista, che in un
grande quadro decorativo
rende un volo d’anatre, la-
sciando sfumate le ale dei pal-
mipedi per rappresentarne il
movimento rapidissimo.
Fra gli Scandinavi e gli
Olandesi esiste una parentela
Ignacio Zuloaga: Zia Luigia spirituale fondata nel natura-,
(Fotografia Naya, Venezia) lismo sano e vigoroso che
ARDUINO CO LASAN7I
sieme. Dalla sala piemontese, in cui sotto la curva della mezzavetta cinerea e sotto una
larga cornice di legno scolpita a frutti di pino e di castagno pende un ricco velluto di tono
d’argento ossidato, alla sala veneziana, dal fregio verde su cui spiccano pennoni e antenne,
vele spiegate e bandiere svolazzanti, in una calda nota di porpora e d’oro; dalla sala emi-
liana, lieta di alberelli in fiore, di siepi d’alloro e di un gentile coro di belle donne, alla
sala toscana, in cui sotto il fregio di terracotta lumeggiata d’oro si distendono pannelli di
seta lavorati a traforo; dalla sala lombarda, luminosa in quei suoi rilievi di oleandri legati
con festoni d’edera, in bianco avorio e oro, alla sala del Lazio armoniosa, austera, signorile,
in cui Adolfo Apolloni, Onorato Carlandi, Aristide Sartorio, Umberto Coromaldi, Camillo
Innocenti, Enrico Nardi, Arturo Noci e Alessandro Poma hanno speso tanta genialità e
tanto fervore, in tutti gli ambienti, in tutti gli anditi, i tessuti, la pietra lavorata, gli stucchi,
il ferro battuto, il colore, servono non solo di nobile cornice, ma quasi di estetico com-
plemento ai quadri e alle statue.
* * *
Manca in questa esposizione la suggestione che accompagna sempre il primo rivelarsi
di manifestazioni artistiche ai più ignote. Dopo aver ricorso agli Scozzesi, agli Scandinavi,
al Giappone, agli Ungheresi,
Venezia si è trovata di nuovo
in mezzo alla vecchia Europa,
che da secoli lotta e lavora
per consolare con un sorriso
di bellezza il peso della sua
gloria e delle sue memorie.
Più scarso è anche il contri-
buto che alla mostra Vene-
ziana portano l’arte svedese,
la norvegese e la danese, ma
10 Strom, tanto nella Sera
d’autunno in Norvegia quanto
nel suo Interno rustico rivela
quella rara efficacia rappre-
sentativa della realtà che i fre-
quentatori della Esposizione
di Venezia già conoscono e
l’Ancher con quei Tre pesca-
tori dalle carni aduste sotto
11 sole giallo e vivace non ci
dice nulla che l’arte sua non
ci abbia già detto. Tra gli
Svedesi mi piace di rammen-
tare Bruno Liliefors, il cele-
bre animalista, che in un
grande quadro decorativo
rende un volo d’anatre, la-
sciando sfumate le ale dei pal-
mipedi per rappresentarne il
movimento rapidissimo.
Fra gli Scandinavi e gli
Olandesi esiste una parentela
Ignacio Zuloaga: Zia Luigia spirituale fondata nel natura-,
(Fotografia Naya, Venezia) lismo sano e vigoroso che