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ARDUINO COIASANT/
un Mattino invernale rappre-
senta l’umile vita dei pescatori
olandesi. Il suo disegno non si
contorce per rendere più acuta
l’impressione della vita, come
avviene nell’ Israéls, ma è sem-
pre di un’efficacia magistrale ;
l’arte sua non ha l’estrema sen-
sibilità di quella del Mauve,
ma è feconda di commozione
schietta e generosa.
Gruppi d’alberi sotto il cielo
nuvoloso, stradicciuole serpeg-
gianti per vallate verdi, armenti
al pascolo su prati solitari, ecco
i motivi prediletti della pittura
scozzese. Pittura di medita-
zione, di confidenze, di armo-
nie, di raccoglimento, di tene-
rezza, che negli effetti di luce
del Newbery e del Kay, nella
sentimentalità idillica dell’Han-
derson e del Brownlie, nella
leggiadria un po’ inconsistente
dell’ Henderson Morris, nei
graziosi acquerelli di John Ter-
ris, nelle scene marinare del
Ettore Tito: La nascita di Venere Dekkert, nell’efficacia del Wal-
(Fotografia Naya, Venezia) ton, nella delicatezza del Whi-
telaw e nella semplicità del
Coventry, il più fedele all’umile realtà con quel suo Mercato dì pesce su la spiaggia di Katwijk,
in ogni quadro, in ogni pennellata rivela la stessa virtuosità ispirata a un mite sentimento di
poesia, la stessa raffinatezza soggettiva per cui il pittore non trae i suoi motivi esclusivamente
dal vero, la stessa idealizzazione sottile che alle scene della natura toglie ogni materialità,
per farle apparire come il riflesso di una visione lontana.
Un’arte che a questa si avvicina in alcune sue manifestazioni è quella degl’inglesi, non
tanto per ragione delle facilità degli scambi, quanto per la comune influenza dei paesisti fran-
cesi e del Whistler, Lo spirito del Corot aleggia, in fatti, nei due deliziosi quadri dell’ East,
in cui il titolo poetico non è destinato a velare la povertà del contenuto, ma è sincera espres-
sione della commozione onde quelle due opere d’arte sono scaturite, e, mentre l’Ede si fa
rappresentare da una luminosa visione di laguna, assai migliore delle sue acqueforti, Byam
Shaw ci offre uno dei suoi soliti quadri simbolici, troppo simile nel significato, per quanto
diverso nella forma, al Dove? che vedemmo nell’Esposizione del 1901, e il Brangwyn nella
Pigiahira del sidro ripete un poco sè stesso e il Baccanale della mostra del '99. Ad ogni
modo è questo un quadro fatto per rallegrare l’occhio e far sognare la mente e, nel modo
di disporre le figure e di armonizzare le larghe macchie di colori sordi, il Brangwyn vi con-
ferma nobilmente le sue qualità veramente eccezionali di colorista e di decoratore.
Indole affatto diversa dagli Scozzesi hanno invece i pittori Spagnuoli, in cui la virtuosità
è tutta di pennello e l’effetto è dovuto quasi esclusivamente all’anatomica riproduzione del
vero. Non può dirsi che essi» siano mai intervenuti al convegno di Venezia in gran numero,
e quest’anno,sono appena'in quattro a rappresentare l’arte,del loro paese, tua fra quei quattro
ARDUINO COIASANT/
un Mattino invernale rappre-
senta l’umile vita dei pescatori
olandesi. Il suo disegno non si
contorce per rendere più acuta
l’impressione della vita, come
avviene nell’ Israéls, ma è sem-
pre di un’efficacia magistrale ;
l’arte sua non ha l’estrema sen-
sibilità di quella del Mauve,
ma è feconda di commozione
schietta e generosa.
Gruppi d’alberi sotto il cielo
nuvoloso, stradicciuole serpeg-
gianti per vallate verdi, armenti
al pascolo su prati solitari, ecco
i motivi prediletti della pittura
scozzese. Pittura di medita-
zione, di confidenze, di armo-
nie, di raccoglimento, di tene-
rezza, che negli effetti di luce
del Newbery e del Kay, nella
sentimentalità idillica dell’Han-
derson e del Brownlie, nella
leggiadria un po’ inconsistente
dell’ Henderson Morris, nei
graziosi acquerelli di John Ter-
ris, nelle scene marinare del
Ettore Tito: La nascita di Venere Dekkert, nell’efficacia del Wal-
(Fotografia Naya, Venezia) ton, nella delicatezza del Whi-
telaw e nella semplicità del
Coventry, il più fedele all’umile realtà con quel suo Mercato dì pesce su la spiaggia di Katwijk,
in ogni quadro, in ogni pennellata rivela la stessa virtuosità ispirata a un mite sentimento di
poesia, la stessa raffinatezza soggettiva per cui il pittore non trae i suoi motivi esclusivamente
dal vero, la stessa idealizzazione sottile che alle scene della natura toglie ogni materialità,
per farle apparire come il riflesso di una visione lontana.
Un’arte che a questa si avvicina in alcune sue manifestazioni è quella degl’inglesi, non
tanto per ragione delle facilità degli scambi, quanto per la comune influenza dei paesisti fran-
cesi e del Whistler, Lo spirito del Corot aleggia, in fatti, nei due deliziosi quadri dell’ East,
in cui il titolo poetico non è destinato a velare la povertà del contenuto, ma è sincera espres-
sione della commozione onde quelle due opere d’arte sono scaturite, e, mentre l’Ede si fa
rappresentare da una luminosa visione di laguna, assai migliore delle sue acqueforti, Byam
Shaw ci offre uno dei suoi soliti quadri simbolici, troppo simile nel significato, per quanto
diverso nella forma, al Dove? che vedemmo nell’Esposizione del 1901, e il Brangwyn nella
Pigiahira del sidro ripete un poco sè stesso e il Baccanale della mostra del '99. Ad ogni
modo è questo un quadro fatto per rallegrare l’occhio e far sognare la mente e, nel modo
di disporre le figure e di armonizzare le larghe macchie di colori sordi, il Brangwyn vi con-
ferma nobilmente le sue qualità veramente eccezionali di colorista e di decoratore.
Indole affatto diversa dagli Scozzesi hanno invece i pittori Spagnuoli, in cui la virtuosità
è tutta di pennello e l’effetto è dovuto quasi esclusivamente all’anatomica riproduzione del
vero. Non può dirsi che essi» siano mai intervenuti al convegno di Venezia in gran numero,
e quest’anno,sono appena'in quattro a rappresentare l’arte,del loro paese, tua fra quei quattro