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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0341

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MISCELLANEA

3i3

il Betti1 pubblica un disegno della lunetta, elle qui
riproduciamo, il quale differisce notevolmente dallo
stato attuale di essa.

Il donatore è assai diverso nei tratti del volto e si
avvicina molto più che oggi a quello del Peruzzi; un
leggero cambiamento c’è nella mano destra il cui pol-
lice sta sul pollice della sinistra, e non dietro come ora.
Un particolare importante, tolto via nell’ ultimo re-
stauro, ci è dato ricostruire per mezzo della incisione
del Betti. La Madonna attualmente tiene la mano si-
nistra un po’ sollevata stringendo il pollice contro
l’indice, «con un gesto altrettanto libero che gra-
zioso», scrive il Muntz, «e pronta a sorreggere il
Bambino nel caso in cui stesse per cadere». Invece
la mano era levata per sorreggere un giglio, ora scom-
parso, di cui il Bambino sorreggeva la parte superiore
del gambo e la madre l’inferiore. Così si spiega perchè
la Madonna tenga l’indice contro il pollice, gesto che
senza il particolare del fiore, non sembrava nè libero
nè grazioso come parve al Muntz, ma piuttosto strano.
Anche nella mano destra c’ è qualche variazione. Il
Miiutz scrive che è « posata leggermente contro le
vesti nelle quali un sol dito è affondato », mentre essa
tirava un lembo del drappo bianco su cui era seduto
il bambino. Il dito pollice era più corto e spariva quasi
tutto dietro il drappo, mentre ora è troppo lungo e
in posizione non naturale.

Questi fatti, oltre all’importanza che hanno, perchè
ci permettono di ricostruire interamente il dipinto,
ci persuadono anche di più della identità del dona-
tore della lunetta con quello del Peruzzi essendo più
visibile la loro somiglianza prima del restauro.

Non sarà inutile ricordare che anche i dipinti del
Peruzzi ebbero un restauro che molto li alterò, fatto
eseguire nel 1621 da Alberto Magno, e disgraziata-
mente la figura del donatore ebbe molto a soffrirne;
anzi par quasi che la mano del cosiddetto restauratore
si sia fermata con particolar compiacenza a mutare i
tratti fisionomici del malcapitato protonotario.

Per èssere il Cabanas morto nel 1506, si viene
anche a spostare di qualche anno la data delle pitture
del Peruzzi, che comunemente si credevano eseguite
dopo il 1510; e così si conferma con sicurezza l’opi-
nione espressa dal Venturi che disse gli affreschi di
Sant’ Onofrio anteriori a quell’anno, a giudicarne dal
mutamento della maniera del Peruzzi nei lavori della
Farnesina, dello sviluppo che quivi dimostra e dell’adat-
tamento dell'arte sua alle forme dell’antichità classica ;
e le pitture della villa del Chigi erano già compiute
nel 1512 perchè in quest’anno le troviamo ricordate da
Blosio Palladio.2 Certo che la lunetta tiene analogie col
dipinto del Peruzzi nell’abside della chiesa, perchè,
oltre al donatore atteggiato in modo tutto simile, anche
il Bambino ricorda quello della lunetta, nella piegatura

1 Ape italiana, ecc., tav. XXII, qui riprodotta.

2 Adolfo Venturi. La gallei ia Crespi in Milano. Milano 1900.

del corpo, nel movimento del braccio destro e della
gamba destra. La mano sinistra è poggiata sul braccio
della Madonna, in posizione identica a quella che si

B. Peruzzi: Affresco dell’abside. (Particolare)
Roma, Chiesa di Sant’ Onofrio

vede nel noto disegno della collezione Bonnat,1 in cui
è rappresentato il Bambino della lunetta di Sant’Ono-
frio, con qualche variante.

Antonio Munoz.

1 Una bella riproduzione di questo disegno si trova nell’op. cit.
del Venturi, pag. 241.

L’Arte. VI, 39.
 
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