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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 4
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Bacile di Castiglione, G.: La Rocca Paolina di Perugia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0386

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354

G. BACILE DI CASTIGLIONE

e saliente metri 82; la cortina, molto più corta di quella del fronte precedente, aveva sol-
tanto 32 metri di lunghezza.

La fronte rivolta a sud non era a tracciato bastionato, ma seguiva una linea spezzata
formante due angoli rientranti ed un saliente verso la metà del fronte; tracciato che per-
metteva un efficace fiancheggiamento. Nel muro di scarpa di questa fronte vi era, e si vede
tuttora nel breve tratto di muraglione rimasto, la cosidetta porta del soccorso.

Seguiva a questa fronte il lungo corridoio, che staccavasi dal saliente formato della
convergenza della fronte stessa con l’altra rivolta ad est.

Quest’ultima era quasi in prolungamento del corridoio, e potrebbe dirsi anch’essa una
fronte bastionata, che però avesse subito una certa deformazione per essere adattata ad altre
opere preesistenti, e che si vollero conservare; quali l’antica porta Marzia, un pozzo di ot-
tima ed abbondante acqua sorgiva, 1 parte del palazzo di Gentile Baglioni, ed altre case,
Questa fronte batteva con le sue artiglierie tutta la parte della città, che si prolunga sino
a S. Pietro, e la vecchia strada romana.

Fu davvero fortuna che i lavori del forte venissero affidati ad un grande cultore del-
l’arte antica qual’era il Sangallo ; il quale con amorosa cura volle conservare un monumento
tanto interessante qual’è la porta Marzia, che così è durato sino a noi (fig. 6).

Intorno a quella porta molto si è discusso da archeologi e da eruditi circa la sua ori-
gine, il suo nome di Marzia, la sua antica sede, ed i misteriosi individui, umani o divini,
rappresentati con le figure marmoree, che decorano le sue metope. Ma il seguire costoro
in simili discussioni esorbiterebbe dai limiti di questo studio. Diremo soltanto che il San-
gallo, come si vedrà anche in seguito, non fece che spostare di pochi metri più in avanti
quel monumento il quale trovavasi in origine nella cinta delle antiche mura etrusche, di
cui gli avanzi si possono tuttora vedere nella galleria sotterranea non appena oltrepassata
la porta di pochi metri.

In alto su questo fronte torreggiava il bel palazzo che serviva di abitazione pel co-
mandante del forte. Il corridoio, come si è detto, staccavasi dal saliente sud-est e serviva
di sicura comunicazione tra il forte alto e la Tanaglia. La sua lunghezza era di metri 120
circa. Su quest’alta costruzione in mattoni, che da lungi rassomigliava ad un enorme diga,
passava superiormente una strada scoperta, i cui muri laterali avevano la normale altezza
d’appoggio, per modo da costituire due parapetti per fucileria.

Sottostante a questa strada correva un’altra comunicazione, coperta da robusta volta, e
nei due muri laterali eranvi praticate numerose feritoie.

Il pavimento di questa comunicazione coperta poggiava indubitabilmente su di un’altra
volta che copriva un altro passaggio ancora più basso, lungo il quale erano praticate in
ambedue i muri frontali, cannoniere per artiglierie minute. Sicché tutto il terreno, d’ambo
le parti dèi corridoio, poteva esser battuto da artiglierie in casamatta, e da un doppio
ordine di fuochi di fucileria. Presso il distacco dal saliente vedevasi nel corridoio, un grande
arco, sotto cui passava la strada pubblica che saliva verso la città (fig. 7).

La Tanaglia, cui metteva capo il corridoio, consisteva in un’altra opera a pianta tra-
pezia, col fronte principale a tracciato bastionato rivolto verso la strada Cortonese e coi due
fronti laterali e fronte di gola a tracciato rettilineo. Da una porta esistente nel mezzo della
cortina si poteva far penetrare rinforzi di truppa nell’interno del forte, ovvero eseguire
delle sortite, evitando di attraversare l’abitato. Era di capitale importanza, dato lo scopo
dell’opera, lo stabilire fra l’interno del forte e la campagna una comunicazione comoda, breve,
ed al sicuro da ogni colpo di mano da parte della popolazione: ed il Sangallo vi provvide

1 Questo pozzo che trovavasi presso l’arco Marzio di mano del Sangallo : « Questo si è lo migliore pozzo

e la cui canna tuttora esistente, è compresa nella gros- di Perugia, e Io più abbondante de acqua viva, quale

sezza del muro di scarpa, vedesi segnato con un circo- viene compreso nel/i palazzi ».
letto nero nella pianta n. 271, ed accanto vi è scritto
 
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