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ARTE DECORATIVA
voli. Perchè amarono i nostri pittori, allievi di orafi, in età in cui la solidarietà, e non
l’eccletismo, regnava nell’arte, di dare al quadro nell’opera d’intaglio il suo comento, la
glossa viva che invogliasse a leggerlo e a guardarvi dentro. Specie nei primi tempi, quando
la pala d’altare più davvicino ravvisò i dittici antichi, e sugli altari si levarono trittici e
polittici, il dipinto sembrò soggiacere alle esigenze della cornice; e così nelle più frequenti
rappresentazioni si vennero creando dettami di scuola e talora di iconografia speciale se-
condo che si trattasse di un tondo, di un quadro a scomparti, di una predella. Senza
giungere a dire che lo studio delle cornici nella storia della pittura sia fondamentale come
Gentile da Fabriano: Adorazione dei Magi
Firenze, Regia Galleria d’arte antica e moderna
quello degli ordini e dei motivi in architettura, è certo che esso aiuta a determinare e anche
a fissare molti punti controversi. In fondo, si tratta di arti decorative, le quali sono sempre,
più direttamente,, attaccate alla vita : e i nostri pittori disegnarono essi, quando non le ese-
guirono, le cornici, come è stato dimostrato dai documenti pubblicati dal Cittadella, da
quelli posti in luce dal Paoletti intorno ai Bellini e dal Libro dei Conti di Lorenzo Lotto,
edito dal Venturi.
Il Guggenheim, che pur ricorda nella prefazione i Bellini e Lorenzo Lotto, trascurò
poi nel libro la dimostrazione della tesi accennata, pubblicando, per dir così, le cornici a
vuoto, prive del quadro che racchiudevano, smorte. Questo è l’unico difetto: esteriore, se
così piace, di quell’epoca pregevolissima.
ARTE DECORATIVA
voli. Perchè amarono i nostri pittori, allievi di orafi, in età in cui la solidarietà, e non
l’eccletismo, regnava nell’arte, di dare al quadro nell’opera d’intaglio il suo comento, la
glossa viva che invogliasse a leggerlo e a guardarvi dentro. Specie nei primi tempi, quando
la pala d’altare più davvicino ravvisò i dittici antichi, e sugli altari si levarono trittici e
polittici, il dipinto sembrò soggiacere alle esigenze della cornice; e così nelle più frequenti
rappresentazioni si vennero creando dettami di scuola e talora di iconografia speciale se-
condo che si trattasse di un tondo, di un quadro a scomparti, di una predella. Senza
giungere a dire che lo studio delle cornici nella storia della pittura sia fondamentale come
Gentile da Fabriano: Adorazione dei Magi
Firenze, Regia Galleria d’arte antica e moderna
quello degli ordini e dei motivi in architettura, è certo che esso aiuta a determinare e anche
a fissare molti punti controversi. In fondo, si tratta di arti decorative, le quali sono sempre,
più direttamente,, attaccate alla vita : e i nostri pittori disegnarono essi, quando non le ese-
guirono, le cornici, come è stato dimostrato dai documenti pubblicati dal Cittadella, da
quelli posti in luce dal Paoletti intorno ai Bellini e dal Libro dei Conti di Lorenzo Lotto,
edito dal Venturi.
Il Guggenheim, che pur ricorda nella prefazione i Bellini e Lorenzo Lotto, trascurò
poi nel libro la dimostrazione della tesi accennata, pubblicando, per dir così, le cornici a
vuoto, prive del quadro che racchiudevano, smorte. Questo è l’unico difetto: esteriore, se
così piace, di quell’epoca pregevolissima.