ARTE DECORATIVA
5
Sacra Famiglia di Michelangelo e all’altra del Beccafumi, che si trova
a Palazzo Bianco in Genova.
Sovente lo studio di una cornice offre la riprova di risultati cui la
critica storica era già venuta, o consente di metterne in dubbio altri.
Così la cornice della Madonna di Jacopo Bellini che è all’Accademia
di Venezia, posta a confronto con l’altra cornice del secolo XV, che è
nel Museo di Padova e col bassorilievo bisantino della Vergine di
Santa Maria Mater Domini in Venezia, potrebbe porgere nuovi elementi
per meditare circa l’attaccamento alle forme tradizionali in un maestro,
cui di recente si volle dare un’impronta di novatore forse troppo spic-
cata. Così il transito dell’arte da Siena all’Umbria sul principio del
Quattrocento e i rapporti dei maestri senesi con taluni di scuola giot-
tesca, possono risentirsi nelle cornici di Andrea di Vanni a Santo Ste-
fano di Siena, in quella di Giovanni da Milano in Santa Croce a
Firenze, e nel gran quadro dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fa-
briano; e nel polittico dello stesso maestro, che è agli Uffizi.
Più spesso si tratta di forme dell’architettura e della scultura che
passano nella pittura. Nell’ affresco ciò avviene precipuamente nei pittori
che più amarono la monumentalità.
Masaccio nell’affresco della Trinità a Santa Maria Novella si rivela,
nello sfondo architettonico, lo studiosissimo allievo del Brunellesco, « il
quale, racconta il Vasari, si era affaticato gran pezza in mostrargli
termini di prospettiva e di architettura ».
Gli accurati studi sull’opera di Antonio Barile in Siena offrono
al Bock occasione di istituire confronti, rapidi ed esaurienti, tra le cor-
nici toscane nelle pale d’altare dello scorcio del secolo xv e del principio
del secolo XVI, in ispecie, per quanto riguarda i quadri raccolti in quel
vivo asilo dell’arte della cornice
Ant
Barile: Pilastro
Siena
Istituto di belle arti
Cornice di scuola muranese
Milano, Museo Poldi-Pezzoli
che è la chiesa di Santo Spirito
in Firenze.
E con opportuni esempi viene
ribadita a tale riguardo la deri-
vazione toscana della scuola dei
da Formigine a Bologna : la
scuola che doveva decorare la
Santa Cecilia di Raffaello. Ac-
canto all’influsso che nella pla-
stica bolognese esercitò il mo-
numento elevato in San Dome-
nico da Francesco di Simone al giureconsulto Tar-
tagni, debbono oggi essere annoverati i rapporti,
che il Bock pone in rilievo fra la decorazione del-
l’altare Boncompagni e della cappella ove esso sorge
nella chiesa di San Martino, con il disegno dell’An-
nunziazione, attribuito ad Andrea del Sarto, che si
conserva agli Uffìzi. Certo però quali che siano gli
influssi tra l’arte fiorentina e la plastica formiggi-
nesca non è da omettersi che, come scrisse Ugo
Berti in un articolo su Andrea Marchesi, comparso
due anni or sono in questa medesima rubrica de
Li Arte, « nella minuziosità e nella finezza dell’orna-
5
Sacra Famiglia di Michelangelo e all’altra del Beccafumi, che si trova
a Palazzo Bianco in Genova.
Sovente lo studio di una cornice offre la riprova di risultati cui la
critica storica era già venuta, o consente di metterne in dubbio altri.
Così la cornice della Madonna di Jacopo Bellini che è all’Accademia
di Venezia, posta a confronto con l’altra cornice del secolo XV, che è
nel Museo di Padova e col bassorilievo bisantino della Vergine di
Santa Maria Mater Domini in Venezia, potrebbe porgere nuovi elementi
per meditare circa l’attaccamento alle forme tradizionali in un maestro,
cui di recente si volle dare un’impronta di novatore forse troppo spic-
cata. Così il transito dell’arte da Siena all’Umbria sul principio del
Quattrocento e i rapporti dei maestri senesi con taluni di scuola giot-
tesca, possono risentirsi nelle cornici di Andrea di Vanni a Santo Ste-
fano di Siena, in quella di Giovanni da Milano in Santa Croce a
Firenze, e nel gran quadro dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fa-
briano; e nel polittico dello stesso maestro, che è agli Uffizi.
Più spesso si tratta di forme dell’architettura e della scultura che
passano nella pittura. Nell’ affresco ciò avviene precipuamente nei pittori
che più amarono la monumentalità.
Masaccio nell’affresco della Trinità a Santa Maria Novella si rivela,
nello sfondo architettonico, lo studiosissimo allievo del Brunellesco, « il
quale, racconta il Vasari, si era affaticato gran pezza in mostrargli
termini di prospettiva e di architettura ».
Gli accurati studi sull’opera di Antonio Barile in Siena offrono
al Bock occasione di istituire confronti, rapidi ed esaurienti, tra le cor-
nici toscane nelle pale d’altare dello scorcio del secolo xv e del principio
del secolo XVI, in ispecie, per quanto riguarda i quadri raccolti in quel
vivo asilo dell’arte della cornice
Ant
Barile: Pilastro
Siena
Istituto di belle arti
Cornice di scuola muranese
Milano, Museo Poldi-Pezzoli
che è la chiesa di Santo Spirito
in Firenze.
E con opportuni esempi viene
ribadita a tale riguardo la deri-
vazione toscana della scuola dei
da Formigine a Bologna : la
scuola che doveva decorare la
Santa Cecilia di Raffaello. Ac-
canto all’influsso che nella pla-
stica bolognese esercitò il mo-
numento elevato in San Dome-
nico da Francesco di Simone al giureconsulto Tar-
tagni, debbono oggi essere annoverati i rapporti,
che il Bock pone in rilievo fra la decorazione del-
l’altare Boncompagni e della cappella ove esso sorge
nella chiesa di San Martino, con il disegno dell’An-
nunziazione, attribuito ad Andrea del Sarto, che si
conserva agli Uffìzi. Certo però quali che siano gli
influssi tra l’arte fiorentina e la plastica formiggi-
nesca non è da omettersi che, come scrisse Ugo
Berti in un articolo su Andrea Marchesi, comparso
due anni or sono in questa medesima rubrica de
Li Arte, « nella minuziosità e nella finezza dell’orna-