ARTE DECORATIVA
Fig. 8 — Tavola fiorentina in marmo, circa dell’anno-1475
servizio; e nei giorni di festa
facevano su essa bella mostra
di sè ricche maioliche e va-
sellami d’argento.
La credenza mantenne que-
sta forma fino nel periodo ba-
rocco e nel tempo più antico
fu ornata con tarsie, in se-
guito con intagli, e da essa
si sviluppò sul cadere del se-
colo xvi il cassettone o com-
mode, usitatissimo poi nello
stile rococò. Gli armadi, più
stretti e più alti della credenza,
si adoperarono in antico prin-
cipalmente nelle chiese per conservare i sacri arredi, e col progredire del quattrocento fu
poi molto in uso l’armadio da scrivere col generalizzarsi della scrittura, sia per la necessità
di conservare le lettere e le carte d’ogni genere, sia per tenervi gli utensili per scrivere ed
averli prontamente sottomano. Le decorazioni degli armadi furono pure di tarsie ed intagli
nelle cornici e nelle imposte : il Kunstgewerbe Museum di Berlino ne possiede uno con
formelle rotonde in cui sono intagliati dei fiori (fig. 5), motivo che si rivede in un grandissimo
armadio nella sacrestia del duomo di Orvieto, in cui sul davanti dei numerosi tiretti stanno
entro cavità rotonde delle foglie che vi sembrano incastrate a viva forza, e coi lembi si
ripiegano in fuori.
Quanto alla forma e allo svolgersi dei mobili da sedere nel primo rinascimento non
siamo chiaramente informati ; poco si ricava dai quadri e dalle stampe del tempo ; le forme
che son comuni nel cinquecento, come lo sgabello, la sedia propriamente detta e la sedia a
bracciuoli si trovano anche nel secolo XV, ma come osserva giustamente il Bode, solo verso
la fine. Meritevole di attenzione è la cheratina, sedile con spalliera mobile che si poneva
generalmente accanto al fuoco ; ma la forma predominante è quella delle sedie pieghevoli
dette a iccasse (fig. 6) da cui derivano quasi tutte le altre. Nella collezione Figdor in Vienna
si vede in una sedia « alla Savonarola » un bell’esempio del cosiddetto lavoro alla certo-
sina (fig. 7), Questa decorazione ad intarsio usata specialmente nella certosa di Pavia e negli
altri conventi dei monaci dello stesso ordine in Lombardia già alla fine del secolo XV, consiste
nel porre a disegno delle tesserine
talvolta di legno e più spesso d’a-
vorio e di madreperla, incastrandole
in appositi incavi fatti nelle tavole
che si vogliono ornare; oltre alla
sedia suddetta un bellissimo saggio
di lavoro alla certosina si vede in
un cassone del Museo di Kensington
a Londra, riprodotto dal Bode.
Gli Italiani del Rinascimento
non conobbero la necessità di tenere
numerose tavole che oggi hanno una
parte grandissima nell’arredamento
della casa: tutt’al più si trova nelle
stanze una sola tavola quadrango-
lare, allungata e non troppo larga : pj;y g _ -pavo|a ij,,ure
i piedi sono due e decorati con leoni Firenze, già presso il signor S. Bardini
Fig. 8 — Tavola fiorentina in marmo, circa dell’anno-1475
servizio; e nei giorni di festa
facevano su essa bella mostra
di sè ricche maioliche e va-
sellami d’argento.
La credenza mantenne que-
sta forma fino nel periodo ba-
rocco e nel tempo più antico
fu ornata con tarsie, in se-
guito con intagli, e da essa
si sviluppò sul cadere del se-
colo xvi il cassettone o com-
mode, usitatissimo poi nello
stile rococò. Gli armadi, più
stretti e più alti della credenza,
si adoperarono in antico prin-
cipalmente nelle chiese per conservare i sacri arredi, e col progredire del quattrocento fu
poi molto in uso l’armadio da scrivere col generalizzarsi della scrittura, sia per la necessità
di conservare le lettere e le carte d’ogni genere, sia per tenervi gli utensili per scrivere ed
averli prontamente sottomano. Le decorazioni degli armadi furono pure di tarsie ed intagli
nelle cornici e nelle imposte : il Kunstgewerbe Museum di Berlino ne possiede uno con
formelle rotonde in cui sono intagliati dei fiori (fig. 5), motivo che si rivede in un grandissimo
armadio nella sacrestia del duomo di Orvieto, in cui sul davanti dei numerosi tiretti stanno
entro cavità rotonde delle foglie che vi sembrano incastrate a viva forza, e coi lembi si
ripiegano in fuori.
Quanto alla forma e allo svolgersi dei mobili da sedere nel primo rinascimento non
siamo chiaramente informati ; poco si ricava dai quadri e dalle stampe del tempo ; le forme
che son comuni nel cinquecento, come lo sgabello, la sedia propriamente detta e la sedia a
bracciuoli si trovano anche nel secolo XV, ma come osserva giustamente il Bode, solo verso
la fine. Meritevole di attenzione è la cheratina, sedile con spalliera mobile che si poneva
generalmente accanto al fuoco ; ma la forma predominante è quella delle sedie pieghevoli
dette a iccasse (fig. 6) da cui derivano quasi tutte le altre. Nella collezione Figdor in Vienna
si vede in una sedia « alla Savonarola » un bell’esempio del cosiddetto lavoro alla certo-
sina (fig. 7), Questa decorazione ad intarsio usata specialmente nella certosa di Pavia e negli
altri conventi dei monaci dello stesso ordine in Lombardia già alla fine del secolo XV, consiste
nel porre a disegno delle tesserine
talvolta di legno e più spesso d’a-
vorio e di madreperla, incastrandole
in appositi incavi fatti nelle tavole
che si vogliono ornare; oltre alla
sedia suddetta un bellissimo saggio
di lavoro alla certosina si vede in
un cassone del Museo di Kensington
a Londra, riprodotto dal Bode.
Gli Italiani del Rinascimento
non conobbero la necessità di tenere
numerose tavole che oggi hanno una
parte grandissima nell’arredamento
della casa: tutt’al più si trova nelle
stanze una sola tavola quadrango-
lare, allungata e non troppo larga : pj;y g _ -pavo|a ij,,ure
i piedi sono due e decorati con leoni Firenze, già presso il signor S. Bardini