ARTE DECORATIVA
27
O cariatidi o con ricchi foglia-
mi: in generale son di legno,
ma non mancano esempi in
marmo (fig. 8). Una bella ta-
vola della Liguria, già presso
il signor Barbini a Firenze (fi-
gura 9), mostra bene l’influsso
dell’arte francese in quella pro-
vincia ; è interamente dipinta
e in alcune parti dorata, ed ha
due stretti sostegni formati
ognuno di tre colonnine po-
santi su fasce trasversali, e
le due centrali sono unite da
una piccola galleria di svelte
colonnette, tutte caratteristi-
che dei mobili di Francia: il
South Kensington Museum
possiede una maestosa tavola
romana -di marmo di forma
poligonale di schietto carattere classico, che un tempo doveva benissimo adattarsi nelle
ampie sale dei palazzi architettati da Bramante e dal Peruzzi (fig. io).
In un tempo in cui il sentimento della bellezza era così universalmente diffuso, i mobili
come tutti gli altri prodotti dell’industria nascevano naturalmente vestiti del sorriso dell’arte;
e gli uomini del Rinascimento li amavano questi compagni della casa, adorni testimoni di
tutte le"loro intime passioni. Quando un Giovan Battista della Palla volle spogliare dei bei
fornimenti, opera di Baccio d’Agnolo, per venderli al re di Francia, la casa di messer Fran-
cesco Borgherini, Margherita Acciainoli, moglie di costui, lo accolse con quelle celebri parole
che ancora una volta meriterebbero di esser ripetute per intero : « Adunque, vuoi tu esser
ardito Giovan Battista, vilissimo rigattiere, mercantuzzo di quattro denari, di sconficcare gli
ornamenti delle camere de’ gentiluomini, e questa città delle sue più ricche ed onorevoli cose
spogliare, come tu hai fatto e fai tuttavia, per abbellire le contrade straniere ed i nemici
nostri ?... Questo letto che tu vai cercando per lo tuo particolare interesse e ingordigia di
denari... è il letto delle mie nozze il quale io intendo col proprio sangue e colla stessa vita
difendere... ».
Conserviamoli dunque questi bei frammenti di un mondo lontano, e ognuno di essi stu-
diato con amorosa cura ci dirà una pagina ignota della nostra vita antica, dal maestoso
trono di Giuliano de’ Medici, alla piccola cornice dello specchio in cui mona Selvaggia e mona
Amorrorina miravano le loro bellezze celebrate nelle laudi dell’elegantissimo Firenzuola.
Antonio Munoz.
Sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica per VItalia e per l'estero.
Adolfo Venturi, Direttore - Ettore Modigliani, Redattore capo
Roma — Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via di Porta Salaria, 23-A.
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O cariatidi o con ricchi foglia-
mi: in generale son di legno,
ma non mancano esempi in
marmo (fig. 8). Una bella ta-
vola della Liguria, già presso
il signor Barbini a Firenze (fi-
gura 9), mostra bene l’influsso
dell’arte francese in quella pro-
vincia ; è interamente dipinta
e in alcune parti dorata, ed ha
due stretti sostegni formati
ognuno di tre colonnine po-
santi su fasce trasversali, e
le due centrali sono unite da
una piccola galleria di svelte
colonnette, tutte caratteristi-
che dei mobili di Francia: il
South Kensington Museum
possiede una maestosa tavola
romana -di marmo di forma
poligonale di schietto carattere classico, che un tempo doveva benissimo adattarsi nelle
ampie sale dei palazzi architettati da Bramante e dal Peruzzi (fig. io).
In un tempo in cui il sentimento della bellezza era così universalmente diffuso, i mobili
come tutti gli altri prodotti dell’industria nascevano naturalmente vestiti del sorriso dell’arte;
e gli uomini del Rinascimento li amavano questi compagni della casa, adorni testimoni di
tutte le"loro intime passioni. Quando un Giovan Battista della Palla volle spogliare dei bei
fornimenti, opera di Baccio d’Agnolo, per venderli al re di Francia, la casa di messer Fran-
cesco Borgherini, Margherita Acciainoli, moglie di costui, lo accolse con quelle celebri parole
che ancora una volta meriterebbero di esser ripetute per intero : « Adunque, vuoi tu esser
ardito Giovan Battista, vilissimo rigattiere, mercantuzzo di quattro denari, di sconficcare gli
ornamenti delle camere de’ gentiluomini, e questa città delle sue più ricche ed onorevoli cose
spogliare, come tu hai fatto e fai tuttavia, per abbellire le contrade straniere ed i nemici
nostri ?... Questo letto che tu vai cercando per lo tuo particolare interesse e ingordigia di
denari... è il letto delle mie nozze il quale io intendo col proprio sangue e colla stessa vita
difendere... ».
Conserviamoli dunque questi bei frammenti di un mondo lontano, e ognuno di essi stu-
diato con amorosa cura ci dirà una pagina ignota della nostra vita antica, dal maestoso
trono di Giuliano de’ Medici, alla piccola cornice dello specchio in cui mona Selvaggia e mona
Amorrorina miravano le loro bellezze celebrate nelle laudi dell’elegantissimo Firenzuola.
Antonio Munoz.
Sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica per VItalia e per l'estero.
Adolfo Venturi, Direttore - Ettore Modigliani, Redattore capo
Roma — Tip. dell’Unione Cooperativa Editrice, via di Porta Salaria, 23-A.