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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 1
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Longhi, Roberto: Orazio Borgianni
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0052

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20

ROBERTO LONGHI

slacciato l'ardiglione della gorgera fresca,
Borgianni spadaccino ed artista, che posa a
melanconia, foscoliano, e sommamente arti-
stico nella posa tra rogatoria e informativa.
E Borgianni in attesa della nomina a cava-
liere. 1

Qui l’intento del plasticismo caravaggesco
sarebbe ormai scomparso se la nocchiosità
della mano non ci riportasse ancora ad un’an-
teriore solidità struttiva; chè tutto il resto è
di tale libertà pittorica da comporsi in un
capolavoro istantaneo, il quale viene creato
da una fluidità fulminea di pasta pittorica, e
più dalla deliziosa improvvisazione della luce.

Improvvisazione dalla luce ! Basterebbe que-
sta frase per far intendere quanto Borgianni
si sia slontanato da Caravaggio ! Il luminismo
caravaggesco e l’antitesi di questa improvvi-
sazione la quale è ben più vicina a un Tin.
toretto, o un Rembrandt che raggiungerà un
taglio di luce paragonabile a questo, nè pure
negli autoritratti, ma soltanto nel giovinetto
cantante della Galleria di Vienna. E sotto la improvvisazione della luce, improvvisazione della forma,
elsa che guizza le sue spire, stalattite rappresa di un polso candido.

In questo momento di massima libertà e fluidità di pasta pittorica, o di poco posteriormente, per
il diminuito senso della trasparenza delle ombre, e per la forma più ritorta, quindi verso il 1614 cade
anche il terzo quadro d’altare che si conosca di Borgianni: Il San Carlo Borromeo fra gli appestati di
Milano (Fig. 7) per la chiesa di Sant’Adriano in Roma, ch’è come un museo dei caravaggeschi rifor-
mati: Borgianni, Saraceni e Gentileschi.

Il fondo assai vicino formato di un edificio semifantastico di sobborgo diruto e sucido, in un celo
afato di poche nuvole biancastre, e che solo a sinistra si apre in un paesaggio trattato sommariamente,
dove, scenetta di macchia rapidissima, una famiglia si denutre col latte di una capra, ha servito all’autore
per dare alle persone proporzioni più grandi e solide che non abbiano nel quadro di Savona.

Tutto è nell’ardenza soffocata dei toni principali, ancóra di granata, di marrone, di bianco e di
nero, nella mirabile lutulenza della pasta coloristica, nella intrisione luminosa dei panneggi e delle
carni — si vedano le mani mirabili del San Carlo — nella sinuosità caratterizzante del segno, nella pro-
gressione del senso della forma verso apparenze vieppiù torte e incatricchiate, ma con una vivida forza
ribelle, nell’elasticità, per esempio, del crespo trito della cotta del cardinale, o dei panneggi slabbrati e
cadenti degli appestati in penombra a destra, nel rigirare scafato della forma nel viso del Santo, o nel
buffetto luminoso sul viso del prelato assistente che alza la mano tremebondo e sdegnato, questo pre-
cursore di Don Abbondio. Un’intonazione caldissima, una lenta torrefazione avvolge le persone, riscalda
il terreno dove, a sinistra, si rapprende il solito frammento antico, che, dal capitello nel Davide della
Galleria Borghese, vale come una sigla di Borgianni.

Una libertà anche maggiore è quella che ci si offre n OR Autoritratto della Galleria di San I.uca (Fig. 8)
— uno dei pochi autoritratti che la raccolta possegga di questo periodo — e che tuttavia ci mostra
Borgianni in piena rovina fisica e morale per il cavalierato svanito.

Non son forse passati più che tre anni dal mirabile autoritratto di Braunschweig, eppure la diversità
dell’interpretazione ci dà il senso del tenibile mutamento. Aveva scelto là un taglio di luce romantico,'
un atteggiamento non privo di melanconia ma di melanconia in posa, e la bocca socchiusa e alitante
era di sognatore sensuale. Anche qui il taglio luminoso è imprevisto, e verso la luce acre e investiga-
trice la testa si volge quasi stizzosa come per offrirsi disperatamente alla sua foga lineatrice di deca-

Fig. 9 — Borgianni : Stampa da una Pietà.

1 È storia. Poiché, proprio in questo tempo, B. si affati- Celio, il cav. Celio, doveva smagarlo rapidamente fino alla

cava per ottenere un cavalierato che, toltogli poi dai rag- morte,

giri di un vigliacchissimo pittorello e scrittorello, Gasparo
 
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