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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 1
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Longhi, Roberto: Orazio Borgianni
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0053

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ORAZIO BORGIANNI

2 I

denza e di consunzione. « Guardate dunque come mi avete ridotto ! » I capelli più che ribelli incolti,
vizza veramente la gorgerina sucida ch’egli non si cura di mutare, e la bocca ancora semiaperta ma
con aria di disperazione e di spavento inferocito, pare attenda qualcosa che le capiti sotto il batter dei
denti. In verità l’acredine di quest’uomo a metter in luce la propria rovina è quanto di più doloroso
abbia saputo rendere un segno pittorico naturalmente incolto combaciando casualmente con l’espressione
di valori morali sconvolti.

Siamo nel 1615, l'ultimo anno di vita di Orazio Borgianni, quando egli compie quella Pietà (Fig. io)
che nella Galleria Spada reca ancora il nome di Annibaie Carracci, se bene il confronto con una
stampa (big. 9) firmata da B. e datata 1615, basti a farla riconoscere per opera del nostro, oltre all’as-
sicurarci che ne esistette un prototipo con una figura di plorante in più, da cui la stampa fu tratta. Con
l’opera Spada del resto coincide esattamente anche nel numero delle figure una Pietà che, come ricorda
Baglione, Borgianni compì a fresco in un finto riquadro nella sagrestia di San Salvatore in Lauro, se

Fig. io — Borgianni : Pietà. Roma, Galleria Spada.
(Fotografia Alinari).

bene il biografo non sappia riconoscere che allo stesso Borgianni appartiene anche il riquadro sotto-
posto con una testa d’apostolo.1

I due riquadri a fresco di liberissima fattura, e più pastosa che non siano di solito i freschi dei
Romani di questo periodo, sono d’intonazione calda ed aurata, come velata di cinereo, trattati con
una chiarezza naturale al fresco e che non si ritrova nel quadretto della Galleria Spada.

Nel quale le qualità di resa atmosferica sono alquanto intorbidate, e le ombre, in parte cresciute,
sono fumose, se bene sul viso di Maria non manchi una brillante improvvisazione di luce. Quelle che
nè pur qui vengono meno sono le qualità d’interpretazione unitaria dei particolari de’ quali, sul dinanzi,
il chiodo pastoso e ritorto, quasi vitalmente divincolato, è come la sigla stilistica. E, certo, se nella
plasticità appianata di certi particolari — visibile anche meglio nel tratteggio incrociato della stampa —
non si perpetuasse ancora un ultimo ricordo caravaggesco il segno nervoso avrebbe condotto l’artista
a uno scorcio totalmente ballonnè simile a quello del cadavere steso nel Ritrovamento del corpo dì San Marco
di Tintoretlo, cui tuttavia l’opera si richiama più che a qualunque altra resa della stessa situazione.

Cita ancora il Baglione come ultima opera di Borgianni, compiuta nella massima decadenza, 1 ’As-

1 Una copia mediocre della Pietà della Galleria Spada vidi sulla porta della sacristia di San Domenico Maggiore
di Napoli.
 
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