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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 1
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Fiocco, Giuseppe: Il periodo romano di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0058

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GIUSEPPE FIOCCO

nella Pinacoteca di Vicenza passano tuttavia per opera del Parenzano e infine il « Giudizio di una Santa »
assai prossimo a quést’ultime — e certo graziose pitture lombarde — nel castello di Seebenstein nel-
l’Austria inferiore.

Verrebbe subito dopo l’Adorazione dell’Ambrosiana la tavola con la rappresentazione di « Filemone
e Bauci » del Wallraf-Richartz Museum a Colonia (fìg. 2). Opera minuscola se si guarda alla pro-
porzione e squilibrata in confronto alla pittura precedente, ma tuttavia viva di quel bramantismo che
per la prima volta intende decisamente sacrificare alla ricerca della grandiosità il segno acuto, assillante
dell’Adorazione dell’Ambrosiana ove impera tuttavia l’esempio di Ercole de' Roberti.

Nel quadretto di Colonia il tratto si fa rude, ricercatore di ombre e di contrasti, le figure perdono

Fig. 2 — Bramantino : Filemone e Bauci. Colonia, Museo.

di snellezza e vi si scorge già chiara quella tendenza alla semplificazione delle forme, così caratteristica
dell’attività successiva del Suardi.

Dopo di questa la progressione continua sarebbe testimoniata, sempre secondo il Suida, da opere
insigni quali il Cristo del Mayno (fig. 3), la Pietà di San Sepolcro a Milano e l’Adorazione dei Magi
Layard (fig. 4), nella quale ogni tritume è definitivamente abbandonato. Saremmo così giunti al 1500.

Poco innanzi a quest’opera capitale il Suida pone ancora due lunette a chiaroscuro nel piccolo
chiostro di Santa Maria delle Grazie, l’una sulla porta che conduce alla chiesa, l’altra su quella che
dà adito alla sagrestia. Ma io non so assolutamente associarmi all’attribuzione, mentre credo giusto
si debbano mettere poco dopo l’Adorazione dei Magi Layard (non però come vedremo fra il 1500 e
il 1503), i dodici arazzi dei mesi della raccolta Trivulzio, e quelle tarsie di San Bartolomeo a Bergamo,
in cui si può in qualche modo riconoscere la maniera del Bramantino, cioè: il Matrimonio di Maria
Vergine, la Decollazione del Battista, e i Santi Pietro e Giov. Ev. che guariscono uno storpio.

Sarebbe stata fatta per ultimo, innanzi al periodo romano, poco prima della partenza, quella
Madonna in trono fra angeli di Brera (n. 15) che rappresenta l’inizio dell’ultimo sviluppo dell’arte
bramantinesca: quello schematismo cioè di forme, quella vacua rotondità de’corpi, quell’infiammata
illuminazione delle carni che trionfa negli affreschi opulenti di Gaudenzio Ferrari.
 
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