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GIUSEPPE FIOCCO
e alla stessa Adorazione dell’Ambrosiana rappresenta un regresso. Ciò deriva dallo squilibrio prodotto
dal primo contatto con l’arte romana e specialmente con quella melozzesca, a cui ci richiama il segno
forte, gessoso, che stranamente traduce forme ancora butinonesco-ferraresi. Anche il piegare dei panni,
oltre che le zazzere a guisa di parrucca, ci richiamano più che ad altri a Melozzo.
1511. Cupola della cappella del Presepe, San Domenico, Napoli. Qui lo squilibrio è felicemente
superato; e il Suardi afferma con sicurezza la conquista piena del suo secondo stile, quello che pos-
siamo ormai a ragione chiamare romano.
1512 c. Adorazione dei Magi Layard (tavola), Venezia (temporaneamente nel Museo Correr). Le
forme sono ormai assolutamente personali, e in qualche figura,' ad es. nel Re che porge la grande
situla raggiungono la maestà di Piero dei Franceschi. Anche il colore è vivace e argentino; e se le
figure ricordano talvolta vagamente, come la Madonna col turbante, qualche opera del De Roberti (in
questo caso un suo disegno del Louvre), questo è un puro pretesto che non toglie libertà al pittore.
Severissime sono le prospettive e originali i grandi dadi marmorei che servono di trono alla \ . e le
arche aperte poste a’. suoi piedi. Suida, Jahrbucli, 1904, pagg. 16-18.
1513. Disegni dei dodici tappeti rappresentanti i Mesi, posseduti dal M. Trivulzio a Milano. Li
pongo nel periodo romano benché non possano esser stati fatti che dopo il ritorno del Suardi in patria,
perchè sono prossimi per disegno, per prospettive, per disposizione all’Adorazione dei Magi Layard, e
ne rappresentano come un commento.
Furono eseguiti per il Marchese Gian Giacomo Trivulzio (1445-1518) da Benedetto da Milano
e aiuti, nell’arazzeria di Vigevano; e debbono veramente essere calcolati come dice il Suida per « uno
dei più interessanti cicli dell’arte non solo lombarda, ma italiana».
L’attribuzione è dovuta a Giuseppe Morigeri, che li vide nell’ Fsposizione del 1871. Cfr. Perseve-
ranza, 17 aprile 1871, e Suida, Jahrbuch, 1904, pagg. 38-40).
— (Disegni per le tarsie di Fra Damiano in San Bartolomeo a Bergamo: Sposalizio di Maria Vergine.
Decollazione dei Battista. Santi Pietro e Giov. Ev. che guariscono uno storpio. Cfr. Anonimo del Morelli.
Marc. Michiel, Notizia di opere del disegno, ed. Frimmel, 1888, pagg. 66 67).
Fig. io — Ignoto maestro lombardo : Andata al Calvario. Napoli, Ex-Refettorio di Santa Maria Nuova
(Fotografia Alinari).
GIUSEPPE FIOCCO
e alla stessa Adorazione dell’Ambrosiana rappresenta un regresso. Ciò deriva dallo squilibrio prodotto
dal primo contatto con l’arte romana e specialmente con quella melozzesca, a cui ci richiama il segno
forte, gessoso, che stranamente traduce forme ancora butinonesco-ferraresi. Anche il piegare dei panni,
oltre che le zazzere a guisa di parrucca, ci richiamano più che ad altri a Melozzo.
1511. Cupola della cappella del Presepe, San Domenico, Napoli. Qui lo squilibrio è felicemente
superato; e il Suardi afferma con sicurezza la conquista piena del suo secondo stile, quello che pos-
siamo ormai a ragione chiamare romano.
1512 c. Adorazione dei Magi Layard (tavola), Venezia (temporaneamente nel Museo Correr). Le
forme sono ormai assolutamente personali, e in qualche figura,' ad es. nel Re che porge la grande
situla raggiungono la maestà di Piero dei Franceschi. Anche il colore è vivace e argentino; e se le
figure ricordano talvolta vagamente, come la Madonna col turbante, qualche opera del De Roberti (in
questo caso un suo disegno del Louvre), questo è un puro pretesto che non toglie libertà al pittore.
Severissime sono le prospettive e originali i grandi dadi marmorei che servono di trono alla \ . e le
arche aperte poste a’. suoi piedi. Suida, Jahrbucli, 1904, pagg. 16-18.
1513. Disegni dei dodici tappeti rappresentanti i Mesi, posseduti dal M. Trivulzio a Milano. Li
pongo nel periodo romano benché non possano esser stati fatti che dopo il ritorno del Suardi in patria,
perchè sono prossimi per disegno, per prospettive, per disposizione all’Adorazione dei Magi Layard, e
ne rappresentano come un commento.
Furono eseguiti per il Marchese Gian Giacomo Trivulzio (1445-1518) da Benedetto da Milano
e aiuti, nell’arazzeria di Vigevano; e debbono veramente essere calcolati come dice il Suida per « uno
dei più interessanti cicli dell’arte non solo lombarda, ma italiana».
L’attribuzione è dovuta a Giuseppe Morigeri, che li vide nell’ Fsposizione del 1871. Cfr. Perseve-
ranza, 17 aprile 1871, e Suida, Jahrbuch, 1904, pagg. 38-40).
— (Disegni per le tarsie di Fra Damiano in San Bartolomeo a Bergamo: Sposalizio di Maria Vergine.
Decollazione dei Battista. Santi Pietro e Giov. Ev. che guariscono uno storpio. Cfr. Anonimo del Morelli.
Marc. Michiel, Notizia di opere del disegno, ed. Frimmel, 1888, pagg. 66 67).
Fig. io — Ignoto maestro lombardo : Andata al Calvario. Napoli, Ex-Refettorio di Santa Maria Nuova
(Fotografia Alinari).