LA QUESTIONE DEI GUIDI
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ci fornisce elementi per ribattere questa sua ipotesi perchè egli ha trovato che Guido da Como
non era solo in Pistoia; aveva seco collaboratori, due dei quali lavorarono con lui per l’opera
di San Jacopo nel 1252 e son designati discipulis magistri Guidonis. Agli scolari egli assegna
giustamente alcune parti del pulpito di inferiore esecuzione, che non possono offrirci elementi
comparativi convincenti, coi fonte battesimale; non così però è per le parti di più accurata fattura
pur tenendo conto dello spirito totalmente diverso delle due opere : decorativa la pisana e figu-
rativa la pistoiese. Nell’una e nell’altra sono ripetute le foglie grasse trapanate, le teste di
Fig. 13 — Leggio, Baggiano, Abbazia.
forma allungata, con gli occhi coperti di smalto, con i capelli a ciocche rigate e ondulate, sepa-
rate l’una dall’altra da fitti e piccoli buchi di trapano, come, senza troppo dilungarci, mostrano
i due particolari qui all’uopo scelti (fìgg. 11 e 12). L’esame comparativo non è dunque così
negativo come al Bacci pare, se specialmente si tenga conto che il pergamo è opera di colla-
borazione ; e la ragione addotta di non aver trovato mai a Pistoia il nome del Bigarelli accom-
pagnato dal cognome mi pare invece che una prova, piuttosto una casuale coincidenza alla
quale sarebbe pericoloso affidarsi. Credo dunque col Venturi, per l’evidente osservazione delle
due opere firmate, ch’esse ricordino lo stesso maestro. L’ arte di lui la quale tende in qualche
modo a ripetere nel fonte di Pisa le tradizioni che a Pisa eran fiorite, fu lucchese e nella
L'Arte. XVII, 12.
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ci fornisce elementi per ribattere questa sua ipotesi perchè egli ha trovato che Guido da Como
non era solo in Pistoia; aveva seco collaboratori, due dei quali lavorarono con lui per l’opera
di San Jacopo nel 1252 e son designati discipulis magistri Guidonis. Agli scolari egli assegna
giustamente alcune parti del pulpito di inferiore esecuzione, che non possono offrirci elementi
comparativi convincenti, coi fonte battesimale; non così però è per le parti di più accurata fattura
pur tenendo conto dello spirito totalmente diverso delle due opere : decorativa la pisana e figu-
rativa la pistoiese. Nell’una e nell’altra sono ripetute le foglie grasse trapanate, le teste di
Fig. 13 — Leggio, Baggiano, Abbazia.
forma allungata, con gli occhi coperti di smalto, con i capelli a ciocche rigate e ondulate, sepa-
rate l’una dall’altra da fitti e piccoli buchi di trapano, come, senza troppo dilungarci, mostrano
i due particolari qui all’uopo scelti (fìgg. 11 e 12). L’esame comparativo non è dunque così
negativo come al Bacci pare, se specialmente si tenga conto che il pergamo è opera di colla-
borazione ; e la ragione addotta di non aver trovato mai a Pistoia il nome del Bigarelli accom-
pagnato dal cognome mi pare invece che una prova, piuttosto una casuale coincidenza alla
quale sarebbe pericoloso affidarsi. Credo dunque col Venturi, per l’evidente osservazione delle
due opere firmate, ch’esse ricordino lo stesso maestro. L’ arte di lui la quale tende in qualche
modo a ripetere nel fonte di Pisa le tradizioni che a Pisa eran fiorite, fu lucchese e nella
L'Arte. XVII, 12.