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DONATO ZACCARINI
La pietra dell’altare reca incisa la seguente iscrizione :
CONSECRATUM . FUIT . ISTUD . ALTARE CUM MAJESTATE 1 PER REVEREN-
DUM FRATREM DOMINUM JOHANNEM EPISCOPUM FERETRANUM DOMINICA
Il.A JULIJ 1437.
Dal tratto d’iscrizione da noi scoperto e dalla scritta della pietra dell’altare, sembra doversi
arguire che non vi fu intervallo di tempo fra il compimento dell’edificio e delle pitture. La
seconda domenica di luglio del 1437 fu consacrato l’altare assieme alla maestà; non ci sembra
verosimile che un edificio sacro innalzato per ordine del vescovo e per di lui ordine dipinto,
restasse inconsacrato prima dell’apertura al pubblico, e che la consacrazione avvenisse molto
tempo dopo il compimento dei lavori, dato che il celebrante, era direttamente interessato, ed
Fig. 5 — Antonio Alberti : L’Annunciazione, Talamello, La Celletta.
abitava nello stesso Talamello. Crediamo perciò di poter fissare il compimento degli affreschi
al 1437.
Nel 1438 troviamo l’Alberti nuovamente ad Urbino, ove il io luglio1 2 gli veniva pagata la
dipintura del gonfalone eseguito per la Fraternità di Sant’Antonio abate, ora conservato nella
Galleria. Il io dicembre3 4 eseguiva direttamente un nuovo pagamento alla Fraternità di Santa
Maria della Misericordia.
Un manoscritto che Cesare Cittadella 1 dice di aver trovato, ci proverebbe che Antonio fu
chiamato a Ferrara nel 1438 per dipingere nel palazzo del Paradiso, ora Università, alcuni epi-
sodi del Concilio detto di Firenze, quivi incominciato, e tenutosi dal gennaio 1438 al gen-
1 Conviene notare che maestate significa cappelletta, 2 Documento riportato da Scatassa, in Rassegna
celletta. L’abbiamo sentito ripetere anche ad Urbino. citata.
Fanfani nel suo vocabolario dà la medesima spiega- 5 Doc. VII.
4 Op. cit.
zione.
DONATO ZACCARINI
La pietra dell’altare reca incisa la seguente iscrizione :
CONSECRATUM . FUIT . ISTUD . ALTARE CUM MAJESTATE 1 PER REVEREN-
DUM FRATREM DOMINUM JOHANNEM EPISCOPUM FERETRANUM DOMINICA
Il.A JULIJ 1437.
Dal tratto d’iscrizione da noi scoperto e dalla scritta della pietra dell’altare, sembra doversi
arguire che non vi fu intervallo di tempo fra il compimento dell’edificio e delle pitture. La
seconda domenica di luglio del 1437 fu consacrato l’altare assieme alla maestà; non ci sembra
verosimile che un edificio sacro innalzato per ordine del vescovo e per di lui ordine dipinto,
restasse inconsacrato prima dell’apertura al pubblico, e che la consacrazione avvenisse molto
tempo dopo il compimento dei lavori, dato che il celebrante, era direttamente interessato, ed
Fig. 5 — Antonio Alberti : L’Annunciazione, Talamello, La Celletta.
abitava nello stesso Talamello. Crediamo perciò di poter fissare il compimento degli affreschi
al 1437.
Nel 1438 troviamo l’Alberti nuovamente ad Urbino, ove il io luglio1 2 gli veniva pagata la
dipintura del gonfalone eseguito per la Fraternità di Sant’Antonio abate, ora conservato nella
Galleria. Il io dicembre3 4 eseguiva direttamente un nuovo pagamento alla Fraternità di Santa
Maria della Misericordia.
Un manoscritto che Cesare Cittadella 1 dice di aver trovato, ci proverebbe che Antonio fu
chiamato a Ferrara nel 1438 per dipingere nel palazzo del Paradiso, ora Università, alcuni epi-
sodi del Concilio detto di Firenze, quivi incominciato, e tenutosi dal gennaio 1438 al gen-
1 Conviene notare che maestate significa cappelletta, 2 Documento riportato da Scatassa, in Rassegna
celletta. L’abbiamo sentito ripetere anche ad Urbino. citata.
Fanfani nel suo vocabolario dà la medesima spiega- 5 Doc. VII.
4 Op. cit.
zione.