RICERCHE STORICHE INTORNO ALLA CH/ESA DI SANTA ANASTASIA 187
deploriamo la perdita. Fu egli a scoprirlo, mentre
prima giaceva nascosto e dimenticato. Il Libro princi-
piava col 1462 : nessun altro libro della fabbrica di
data più antica gli venne fatto di ritrovare.
«In questo Libro, afferma il Pellegrini,1 oltre mol-
t’opere, che si leggono fatte, la principale fu il lastri-
cato della Chiesa, benché non perfetionato. Era pria
cipale maestro Pietro Porleza, tagliapietre, e le gior-
nate cominciorono il primo d’aprile del 1462. Al li
Capi Maestri si davano soldi venti veronesi al giorno,
alli manuali soldi dodeci, alli garzoni soldi dieci. La
pietra, detta bottazzo (?), in opra costava soldi dodeci,
la mandolata soldi otto. Gli profili grandi valevano
soldi dodeci il piede, gli piccoli soldi otto. La calcina era
valutata cinque lire il carro, la condotta soldi sei, a
scaricarla soldi due. Fece il Porleza il bell’occhio o
rosa nel mezzo della chiesa avanti la cappella mag-
giore, e nel suo mezzo l’arma della religione dome-
nicana: l’avello che ora si trova per l’acqua santa
verso la portella di Sotto Riva, la porta grande della
chiesa, e quell’ancora del Convento di pietra ». 1
1 Op, cit., cap. IV.
Il pavimento marmoreo al giorno d’oggi ormai ha
sofferto molto nei quattro secoli e mezzo che vi sono
passati sopra: peraltro non è ancora ridotto in con-
dizioni veramente cattive.
Il pavimento è di disegno complicato ed elegante,
col continuo giuoco dei colori, quasi'in ogni singolo
particolare. È facile anche pensare che siasi ricorso
all’azzurro-nero, per la difficoltà che s’incontra fra
noi a trovare cave di nero schietto. L’alternarsi del
nero col bianco simboleggia il vestito dei Dome-
nicani, ciò apparisce specialmente nel centro della
rosa, dove abbiamo lo scudo nei due colori, bianco
e nero.
Considerando con cura il pavimento abbiamo il
mezzo di formarci ini concetto sulla storia della basi-
lica e sulla trasformazione da essa subita colla distru-
zione del pontile al cadere del sec. xvi. Così toccherò
in appresso della storia del pontile, la quale si deve
interpretare anche sulla testimonianza offertaci, visibile
anche adesso nel pavimento.
La parte sostanziale del pavimento occupa la nave
centrale e la crociera; è costituita di pelte, l’ima rossa
e l’altra nera (azzurro-nero), su fondo bianco. Alcune
Fig. 3 — Decorazioni pittoriche della sala del tetto
nelle quali campeggia San Pietro Martire — (Fotografia Lotze).
deploriamo la perdita. Fu egli a scoprirlo, mentre
prima giaceva nascosto e dimenticato. Il Libro princi-
piava col 1462 : nessun altro libro della fabbrica di
data più antica gli venne fatto di ritrovare.
«In questo Libro, afferma il Pellegrini,1 oltre mol-
t’opere, che si leggono fatte, la principale fu il lastri-
cato della Chiesa, benché non perfetionato. Era pria
cipale maestro Pietro Porleza, tagliapietre, e le gior-
nate cominciorono il primo d’aprile del 1462. Al li
Capi Maestri si davano soldi venti veronesi al giorno,
alli manuali soldi dodeci, alli garzoni soldi dieci. La
pietra, detta bottazzo (?), in opra costava soldi dodeci,
la mandolata soldi otto. Gli profili grandi valevano
soldi dodeci il piede, gli piccoli soldi otto. La calcina era
valutata cinque lire il carro, la condotta soldi sei, a
scaricarla soldi due. Fece il Porleza il bell’occhio o
rosa nel mezzo della chiesa avanti la cappella mag-
giore, e nel suo mezzo l’arma della religione dome-
nicana: l’avello che ora si trova per l’acqua santa
verso la portella di Sotto Riva, la porta grande della
chiesa, e quell’ancora del Convento di pietra ». 1
1 Op, cit., cap. IV.
Il pavimento marmoreo al giorno d’oggi ormai ha
sofferto molto nei quattro secoli e mezzo che vi sono
passati sopra: peraltro non è ancora ridotto in con-
dizioni veramente cattive.
Il pavimento è di disegno complicato ed elegante,
col continuo giuoco dei colori, quasi'in ogni singolo
particolare. È facile anche pensare che siasi ricorso
all’azzurro-nero, per la difficoltà che s’incontra fra
noi a trovare cave di nero schietto. L’alternarsi del
nero col bianco simboleggia il vestito dei Dome-
nicani, ciò apparisce specialmente nel centro della
rosa, dove abbiamo lo scudo nei due colori, bianco
e nero.
Considerando con cura il pavimento abbiamo il
mezzo di formarci ini concetto sulla storia della basi-
lica e sulla trasformazione da essa subita colla distru-
zione del pontile al cadere del sec. xvi. Così toccherò
in appresso della storia del pontile, la quale si deve
interpretare anche sulla testimonianza offertaci, visibile
anche adesso nel pavimento.
La parte sostanziale del pavimento occupa la nave
centrale e la crociera; è costituita di pelte, l’ima rossa
e l’altra nera (azzurro-nero), su fondo bianco. Alcune
Fig. 3 — Decorazioni pittoriche della sala del tetto
nelle quali campeggia San Pietro Martire — (Fotografia Lotze).