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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 3
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Longhi, Roberto: Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura Veneziana, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0249

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PIERO DEI FRANCESCHI E LO SVILUPPO DELLA PITTURA VENEZIANA 215

Anche più caratteristici sono i due vescovi, soprattutto la figura di quel di sinistra obli-
quata sopra un piano prospettico convergente al centro del polittico, profilo di colonna dorica
arcaica in cui soltanto le braccia formano un’entasi prodigiosa, finché rastremata nettamente
fino al collo ne sbuca la testa granita, la testa sferica del raso vescovo meridionale che s'im-
bocca nella mitria di scelta conica, cosi bene— permettete?— come un ovo nell’ovaiolo!

Che dire dell’intonazione solare a piombo che aumenta il risalto sferico delle forme,
anche minime, compiendo sulle perline della mitria del vescovo a destra lo stesso ufficio isola-
tore che in Piero aveva servito a concludere in gocce preziose ì piccoli porri sulla guancia del

Fig. 5 — Antonello da Messina :
Particolare dell’Annunciazione. Siracusa, Museo
(Fotografia Alinari).

duca d’ Urbino — un effetto tanto monumentale nella sua esaltazione del particolare infinite-
simo che lo ricerchereste invano in tutto il Quattrocento fiammingo?

Per confrontare, infine, un altro particolare, la caratteristica apparenza prospettica della mano
destra della Vergine che appare in'tanti fusetti isolati sulla schiena del bimbo non si riscontra
nelle opere conservate di Piero ma certo risale a lui poiché fra Carnevale che lo usò nella
nella Madonna presso la marchesa di Villamarina non poteva che toglierlo di peso dal maestro.

Un anno dopo Antonello crea l’Annunciazione di Palazzolo Acreide dove, una volta di
più, tutto è italiano (figg. 4 e 5).

La composizione sebbene divisa in due da una colonna come in Piero, Tura, Cossa, ecc.,
è tuttavia di senso semicasalingo — poiché avviene in una stanza, non in una chiesa come
talora nei fiamminghi — e tale che si può ravvicinare alle Annunciazioni di Melozzo a Roma,
di Giovanni del Sega a Carpi e di qualche ferrarese seguace di Piero. La prospettiva dello
spazio che si rispecchia nella saldezza delle forme singole è perfetta, nell’ inginocchiatoio della
Vergine, nelle imposte rozze, nel paesaggio tanto abbassato sull’orizzonte come nessun fiam-
 
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