PIERO DEI FRANCESCHI E LO SVILUPPO DELLA PITTURA VENEZIANA
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settentrionale il ciclo di affreschi di Piero a Ferrara dovette rappresentare — purtroppo per
poco! — qualcosa come la cappella Brancacci per l’arte fiorentina e se anche Bellini non
l’avesse studiato, ciò che è difficile supporre pensando alle relazioni del padre con la corte
d’ Este, avrebbe potuto in mille altri modi, a Padova per esempio, venire a contatto con lo
stile di Piero, che traluce persino in qualche parte dell'opera di Mantegna.
Solo Piero gli poteva offrire, sia pure giungendogli mediatamente, qualche occasione di
rinnovamento, lo poteva dotare di un senso per la sostanza coloristica e per una gamma calda
contrapposta alla Mantegnesca, solo Piero dargli la modellatura a piani alabastrini della Cro-
cefissione Correr, l’effetto coloristico del pavimento a quadrelli nel Sangue di Cristo a Londra,
la possibilità di un’accensione dei toni delicati del polittico di San Giovanni e Paolo, una
Fig. 8 — Giovanni Bellini : Partic. del polittico di San Vincenzo
Venezia, Santi Giovanni e Paolo — (Fot. Anderson).
volta riformato il senso dell’effetto luminoso, e la capacità di abbandonare i troni di finto
marmo, i festoni, l’ortaglia e i legumi plastici Padovani, per campire di tono sul celo azzurro
i gruppi delle sue Madonne col Bimbo.
Ma se vediamo che una infiltrazione sotterranea dello stile pittorico di Piero avviene in
Bellini fin dal suo primo periodo, il vero rinnovamento giunge poi con uno sbalzo violento che
nessuna opera del primo tempo prepara dappresso, sicché di fronte alle due prime opere vera-
mente rinnovate — la Pala di Pesaro e la Trasfigurazione di Napoli - dobbiam credere che
Bellini sia venuto allora a contatto, nuovamente a contatto, con le creazioni di Piero, se anche
non volessimo seguire le indicazioni favorevoli forniteci in questo senso dalla destinazione delle
opere stesse e dalle località ch’esse rappresentano.
A questo punto parrebbe risorgere la questione se la nuova trasformazione di Bellini non
si dovesse all’ influenza di Antonello, se tuttavia, seguendo le indicazioni altrui, non mi fossi
messo al sicuro, distinguendo preliminarmente le differenze essenziali tra Antonello e Bellini.
Sebbene un elemento di giudizio ci manchi per la distruzione della pala d’altare di San Gio-
vanni e Paolo che il Cavalcasene pone come prima nella serie delle pale di Bellini, e sebbene,
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settentrionale il ciclo di affreschi di Piero a Ferrara dovette rappresentare — purtroppo per
poco! — qualcosa come la cappella Brancacci per l’arte fiorentina e se anche Bellini non
l’avesse studiato, ciò che è difficile supporre pensando alle relazioni del padre con la corte
d’ Este, avrebbe potuto in mille altri modi, a Padova per esempio, venire a contatto con lo
stile di Piero, che traluce persino in qualche parte dell'opera di Mantegna.
Solo Piero gli poteva offrire, sia pure giungendogli mediatamente, qualche occasione di
rinnovamento, lo poteva dotare di un senso per la sostanza coloristica e per una gamma calda
contrapposta alla Mantegnesca, solo Piero dargli la modellatura a piani alabastrini della Cro-
cefissione Correr, l’effetto coloristico del pavimento a quadrelli nel Sangue di Cristo a Londra,
la possibilità di un’accensione dei toni delicati del polittico di San Giovanni e Paolo, una
Fig. 8 — Giovanni Bellini : Partic. del polittico di San Vincenzo
Venezia, Santi Giovanni e Paolo — (Fot. Anderson).
volta riformato il senso dell’effetto luminoso, e la capacità di abbandonare i troni di finto
marmo, i festoni, l’ortaglia e i legumi plastici Padovani, per campire di tono sul celo azzurro
i gruppi delle sue Madonne col Bimbo.
Ma se vediamo che una infiltrazione sotterranea dello stile pittorico di Piero avviene in
Bellini fin dal suo primo periodo, il vero rinnovamento giunge poi con uno sbalzo violento che
nessuna opera del primo tempo prepara dappresso, sicché di fronte alle due prime opere vera-
mente rinnovate — la Pala di Pesaro e la Trasfigurazione di Napoli - dobbiam credere che
Bellini sia venuto allora a contatto, nuovamente a contatto, con le creazioni di Piero, se anche
non volessimo seguire le indicazioni favorevoli forniteci in questo senso dalla destinazione delle
opere stesse e dalle località ch’esse rappresentano.
A questo punto parrebbe risorgere la questione se la nuova trasformazione di Bellini non
si dovesse all’ influenza di Antonello, se tuttavia, seguendo le indicazioni altrui, non mi fossi
messo al sicuro, distinguendo preliminarmente le differenze essenziali tra Antonello e Bellini.
Sebbene un elemento di giudizio ci manchi per la distruzione della pala d’altare di San Gio-
vanni e Paolo che il Cavalcasene pone come prima nella serie delle pale di Bellini, e sebbene,