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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 4
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Nicola, Giacomo de: Di alcuni dipinti del Casentino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0298

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264

GIACOMO DE NICOLA

A queste condizioni risponde, per quel che si sa, solo Arcangelo di Cola da Camerino.1

La supposizione che sia suo il dipinto di Bibbiena si converte in certezza grazie al dit-
tico firmato della signora Longland a Londra pubblicato da Adolfo Venturi.2 Giacché la cor-
rispondenza fra tutti i particolari delle due tavole non potrebbe, come si vede (fig. 6), essere
maggiore ; e gli angioli non solamente sono di uno stesso tipo, disposti in modo simile e atteg-
giati alle stesse espressioni, ma i due sul davanti coi vasi di fiori (motivo così toscano dal
quadro di Giotto dell’Accademia di Firenze in poi) potrebbero dirsi calcati gli uni sugli altri.

L’attribuzione è, dunque, immediata. Troppo immediata! Ciò significa, infatti, che il quadro
di Bibbiena offre poco di nuovo, rispetto al quadro di Londra, per una maggiore conoscenza
dell’artista. E vi era bisogno del contrario. Si pensi che con questa ora ritrovata non sono
che tre le opere conosciute di Arcangelo da Camerino.

Giacomo De Nicola.

1 Milanesi in Vasari, II, 66 e 294, nota 1.

2 NeWArte, 1910, 377 e seg. La scritta de Came-
rino Arcangelus pinxit, apposta sul tergo di una ta-
voletta del quadro Longland, non ci è detto dal Ca-
valcasene (appendice al voi. Ili, pag. 343) se sia in
caratteri del tempo della pittura, solo nel qual caso,

anche se non autografa, varrebbe una vera firma. Ma,
d’altra parte, chi avrebbe potuto segnare a caso il
nome di un artista completamente sconosciuto, come
era Arcangelo di Cola fino a poco tempo fa, su di una
pittura che, per quel che 'sappiamo ora dell’artista, ad
esso conviene?
 
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