Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

DOI issue:
Fasc. 4
DOI article:
Maione, Italo: Fra Giovanni Dominici e Beato Angelico, [1]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0320

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
286

ITALO MAI ONE

ecco che cresce; e i mesi d’inverno passano, e il tempo è più caldo, e i giorni sono più
lunghi e si rallieta coi canti ». Il fanciullo è grande, « fa esultare Maria, fa cantare gli uccelli,
brillare i cieli, rinnovarsi le stelle, adorare i magi, stupir gli animali, fiorir l’erbe dei prati,
unire insieme Dio e l’uomo ». E questo il concetto svolto dal Reato Angelico in arte e da
Sant’Antonino in prosa.

La scena avviene in un prato fiorito, la Vergine modesta, « non diademata coronata, come
diceva Sant’Antonino, «aut in lecto aureo recumbens, sed in tunicam habens », mostrali fanciullo,
« puerum ostendit », ed il re, il più vecchio dei magi, « pedibus provolvens », ne bacia le estremità,
in segno di devozione per l’essere divino ». Anche qui pare che il re si dissolva, par che l'Uomo-
Dio gli abbagli l’intelletto commosso dal mistero e dalla grandezza. Più in là, stupiti, gli altri
due magi adorano e restano pensosi, col capo chino, in segno di riverenza. Il bambino, sor-
ridente, guarda il devoto vecchio e gl’ imparte la benedizione, perchè « sua mater manum acce-

Fig. 3 — Beato Angelico : Adorazione dei Magi in San Marco a Firenze
(Fotografia Alinari).

perit filium faciens dare eis benedictionem ». Da una parte Giuseppe raccoglie i doni e resta
pensoso anch’egli, dall’altra la folla. Gli uomini che la compongono e che, maximo comitatu,
avevano accompagnato i magi, discorron tra loro, e un senso di gioia e di letizia si dipinge
sui loro volti ilari. La scena cosi è diventata lieta; sembra un inno innalzato alla grandezza del
Redentore, e il pittore vi chiama tutti a prender parte: riluce la stella, fioriscono i prati, gode
l’umanità (fig. 3). La rappresentazione, se pur non ha l’intimità datavi da Giotto, riesce d’effetto
e non ha il difetto di sconnessione quale vedemmo in Taddeo Caddi. L’anima di Guidolino,
che era acceso d’amore per il Salvatore, doveva esultare ed immaginare la festa del creato,
come mai in altro giorno, al nascere del fanciullo divino. E il Dominici, per questa, gliene
aveva dato la più bella descrizione nelle sue orazioni alate.

La fuga in Egitto, la Resurrezione di Lazzaro, la Trasfigurazione sul Monte Tabor, sono
i tre esempi con cui il Reato Dominici dimostrava l’umiltà della Vergine e di Gesù, che, sul
misero asinelio, era fuggito in Egitto, la carità di Cristo a cui non ripugnava il puzzo del
cadavere, la potenza della Trinità nella profezia ispirata da carità, che abbaglia l’essere umano;
l’Angelico l’ha riprodotti con lo stesso spirito. « E quale parola mai, dice il Padre Marchese,
pensando alla Trasfigurazione potrebbe adeguare una scena così sublime? Non si può certo
porre a riscontro la stupenda e immortale Trasfigurazione del Divino Raffaello con questa
dell’Angelico, essendo troppo diverso il concetto e lo scopo dell’uno e dell’altro ». Il concetto
 
Annotationen