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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 4
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Maione, Italo: Fra Giovanni Dominici e Beato Angelico, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0322

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ITALO MA IONE

riempiono la terra di mal seme. E però si deve ogni dì purgare l’anima con Dio dalle sue
cogitazioni, acciocché, non fermino il piede in essa, ma divelghinsi con le radici».

L’orante ha vicino un tempio, esso è «la coscienza nello intelletto». «Circa la seconda
parte, aveva detto il beato, ci conviene narrare che nell’orto era la spelonca e nella spelonca
la seppoltura. La prima a trovare nell’orto è la spelonca. Questa spelonca è veramente come
un tempio piccolo, il quale nel passato fu spelonca di ladroni innanzi che Cristo fosse presto
in esso; ma poi v'è stata fatta casa del Signore, come suo tempio; ma la volontà è la sepol-
tura, camera scinda sandorum, nel tempio dove non entrava se non solo il sommo pontefice,

e sacerdote; però quando Cristo insegnò orare, dicendo entra nella tua camera, e chiuso
l’uscio ora a suo padre, secondo Sant’Agostino nel suo psalmo, è della coscienza, la quale per
li peccati fatti è spelonca dei ladroni, non vuoisi santificare, scacciandone quello che è dentro
la casa ».'

E arriviamo al dramma della Passione, dove più Guidolino ha riversato il suo cuore. Ma,
anche qui, la parola del Dominici gli ha ispirato le scene, ne ha guidato il sentimento, e, con
fargli vedere tutto attraverso le lenti della teologia, ne ha intellettualizzato la visione. E, come
non poteva Beato Angelico sentire entusiasmo dinanzi alla viva parola del maestro, quando
nel Venerdì Santo predicava ai fedeli lo Stabat Ma ter ?

{Continua). ITALO MaIONE. 1

Giotto : La Crocefissione nella cappella degli Scrovegni a Padova
(Fotografia Alinari).

Lìg. 5 —

1 Codice Ricc., 1414, pag. 120.
 
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