Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: L' altare di Donatello nella chiesa del Santo a Padova
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0344

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
3io

ADOLFO VENTURI

nelle sue indicazioni hanno dato luogo a ipotesi non giuste sulla costruzione originale. Dimen-
ticò il Michiel d’indicare due statue di santi, ma evidentemente, avendo egli accennato solo
a « quattro figure de bronzo tutte tonde attorno alla nostra Donna » e non ricordato poi le
altre due statue di bronzo, convien credere che egli ne indicasse quattro invece di sei. L'or-
ganismo generale dell'altare si scopre chiaramente nella descrizione del Michiel: trattasi di un
vero e proprio trittico, con una figura mediana e figure dalle parti, con l’alto coronamento
e col gradino o predella. Non sarebbe rimasto posto alle altre due statue di santi e quando
esse non fossero state unite alle compagne sarebbe occorso collocarle fuori dell’ancona: ciò
avrebbe contrastato ai criteri particolari del tempo sulla costruzione delle ancone d’altare.
Dare a due statue una libera disposizione separata dall’architettura della pala non era concetto

quattrocentesco. È quindi più verosimile supporre che il Michiel abbia fatto un peccato di
omissione. Si può bene spiegare tale omissione pensando che di qua e di là dalla Vergine,
entro a due edicole, formassero corteo i sei santi, nel modo stesso in cui sono disposti, quattro
per parte, nella pala del Mantegna in San Zeno (fig. t). lira naturale di vedere maggiormente,
fra le tre figure collocate in ogni edicola laterale, le due più di prospetto, e il Michiel notò
solo ciò che meglio appariva, lasciando di additare le due statue più discoste, come si può
credere osservando la pala di San Zeno, nella quale i ricordi donatelliani sono di continuo
suscitati.

Noi sappiamo che furono per la prova dell’ancona innalzate otto colonne sull’altare:
quattro racchiudevano la Madonna e le altre quattro dovevano essere disposte due di qua e
due di là dal ciborio centrale per formare due edicole congiunte ad esso per mezzo della
trabeazione. E quando si portò in atto quel divisamento architettonico si lavorarono, dice il
 
Annotationen