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G. GERO LA
abside, costituisse — come già si disse — la corsia pricipale per i malati ; che le singole stanzette
eguali fra loro dei lati di settentrione e di sera fossero riservate ad ospiti che, sia per il loro
stato di salute, sia per il rango sociale più distinte, si volessero mantenere appartati ; e che i
numerosi locali dell’ala di mezzogiorno fossero adibiti ai vari servizi dello spedale, ad abitazione
dei medici ed infermieri, a sale di operazioni, a bagno, à cucina, ecc. 1
Il materiale costruttivo dell’ intero edificio consta dei soliti congldtnerati di aspetto tu-
faceo, che sono comuni a tutte le altre fabbriche di Rodi. Soltanto i gradini delle scale e
qualche parte scolpita sono lavorati in una pietra consimile, ma alquanto più compatta, pro-
veniente probabilmente da Lindo. I pochi marmi azzurrognoli con cui sono lavorati stemmi
ed epigrafi appartengono con tutta verosimiglianza alle cave di Lero.
La struttura muraria è assai diligente. I conci squadrati con cura — e misuranti di solito
22 centimetri circa di altezza — si connettono perfettamente 1’ uno all’altro, senza che dalle
fessure trapeli la calce. Ed i singoli filari continuano indefinitamente nella stessa linea, finché
TIPI o, PORTE nello SPEDALE dei C AVAUERIa RODI
A M »=»
non vengano interrotti da una porta, da una finestra o da una arcata, intorno alla quale i
blocchi assumono maggiori proporzioni. Variabilissimo è lo spessore delle muraglie, che dai
1 Veramente i descrittori di Rodi del secolo scorso
non riconoscono nell’edificio di cui trattiamo lo spe-
dale dei Cavalieri, ma credono invece di doverlo iden-
tificare col preteso Convento ; ed ammettono al con-
trario che lo spedale fosse situato in prosecuzione di
questo, sulla via dei Cavalieri, a partire dalla ricordata
porticina coll’epigrafe Clouet (Rottiers, Description
cit., 260 ; Flandini, L’isola di Rodi cit., 67, ecc. ecc.).
Soltanto il Torr nel 1887 (C. Torr, Rhodes cit., 40)
ed il Sommi Picenardi poco dopo (Sommi Pice-
narui, Itinéraire cit., 59), riuscirono a ristabilire la
verità. Un Convento nel senso inteso da quegli scrit-
tori, non esistette mai a Rodi. Il nostro edificio invece
per la mole sua stessa ben si presta ad essere stato
il monumento precipuo degli Spedalieri, cui ottima-
mente conviene del resto la distribuzione interna degli
ambienti, certe strane ed altrimenti inconcepìbili sue
peculiarità e particolarmente il dettaglio dello sporto
absidato del gran salone : senza dire dell’arma del
Lastic, fondatore dello spedale, scolpita sullaf accinta,
e di quella del Villiers, grande Spedaliere, intagliata
nel portone principale. Quanto poi alla porticina colla
significativa epigrafe del Clouet, che si trova reai
mente a cavaliere del vicolo che separa lo spedale dal
successivo palazzo della via maestra, nulla vieta che
essa appartenesse al primo piuttosto che a quest’ ul-
timo, tanto è vero che la cornice che corre lungo
tutto lo spedale continua altresì sopra la porta stessa:
e l’identificazione del nostro palazzo collo spedale dei
Cavalieri va considerata per ogni rispetto oltremodo ve-
rosimile. — Quei vecchi scrittori, entrando nei dettagli
dell’edifizio, credettero poter parimenti segnalare un
refettorio nel gran salone ed una cucina nella sala a
due archi : ma che a tali ipotesi non vada attribuito
alcun valore positivo è di per sè evidente.
G. GERO LA
abside, costituisse — come già si disse — la corsia pricipale per i malati ; che le singole stanzette
eguali fra loro dei lati di settentrione e di sera fossero riservate ad ospiti che, sia per il loro
stato di salute, sia per il rango sociale più distinte, si volessero mantenere appartati ; e che i
numerosi locali dell’ala di mezzogiorno fossero adibiti ai vari servizi dello spedale, ad abitazione
dei medici ed infermieri, a sale di operazioni, a bagno, à cucina, ecc. 1
Il materiale costruttivo dell’ intero edificio consta dei soliti congldtnerati di aspetto tu-
faceo, che sono comuni a tutte le altre fabbriche di Rodi. Soltanto i gradini delle scale e
qualche parte scolpita sono lavorati in una pietra consimile, ma alquanto più compatta, pro-
veniente probabilmente da Lindo. I pochi marmi azzurrognoli con cui sono lavorati stemmi
ed epigrafi appartengono con tutta verosimiglianza alle cave di Lero.
La struttura muraria è assai diligente. I conci squadrati con cura — e misuranti di solito
22 centimetri circa di altezza — si connettono perfettamente 1’ uno all’altro, senza che dalle
fessure trapeli la calce. Ed i singoli filari continuano indefinitamente nella stessa linea, finché
TIPI o, PORTE nello SPEDALE dei C AVAUERIa RODI
A M »=»
non vengano interrotti da una porta, da una finestra o da una arcata, intorno alla quale i
blocchi assumono maggiori proporzioni. Variabilissimo è lo spessore delle muraglie, che dai
1 Veramente i descrittori di Rodi del secolo scorso
non riconoscono nell’edificio di cui trattiamo lo spe-
dale dei Cavalieri, ma credono invece di doverlo iden-
tificare col preteso Convento ; ed ammettono al con-
trario che lo spedale fosse situato in prosecuzione di
questo, sulla via dei Cavalieri, a partire dalla ricordata
porticina coll’epigrafe Clouet (Rottiers, Description
cit., 260 ; Flandini, L’isola di Rodi cit., 67, ecc. ecc.).
Soltanto il Torr nel 1887 (C. Torr, Rhodes cit., 40)
ed il Sommi Picenardi poco dopo (Sommi Pice-
narui, Itinéraire cit., 59), riuscirono a ristabilire la
verità. Un Convento nel senso inteso da quegli scrit-
tori, non esistette mai a Rodi. Il nostro edificio invece
per la mole sua stessa ben si presta ad essere stato
il monumento precipuo degli Spedalieri, cui ottima-
mente conviene del resto la distribuzione interna degli
ambienti, certe strane ed altrimenti inconcepìbili sue
peculiarità e particolarmente il dettaglio dello sporto
absidato del gran salone : senza dire dell’arma del
Lastic, fondatore dello spedale, scolpita sullaf accinta,
e di quella del Villiers, grande Spedaliere, intagliata
nel portone principale. Quanto poi alla porticina colla
significativa epigrafe del Clouet, che si trova reai
mente a cavaliere del vicolo che separa lo spedale dal
successivo palazzo della via maestra, nulla vieta che
essa appartenesse al primo piuttosto che a quest’ ul-
timo, tanto è vero che la cornice che corre lungo
tutto lo spedale continua altresì sopra la porta stessa:
e l’identificazione del nostro palazzo collo spedale dei
Cavalieri va considerata per ogni rispetto oltremodo ve-
rosimile. — Quei vecchi scrittori, entrando nei dettagli
dell’edifizio, credettero poter parimenti segnalare un
refettorio nel gran salone ed una cucina nella sala a
due archi : ma che a tali ipotesi non vada attribuito
alcun valore positivo è di per sè evidente.