IL RESTAURO DELLO SPEDALE DEI CAVALIERI A RODI
347
larizzare, sulla fede di vaghi ricordi e traccie della sua esistenza; delle due pareti traversali poi
con cui era stato dai Turchi suddiviso l’ambiente, la prima è stata già demolita quasi per intero,
la seconda., aperta a grande arcata e strettamente connessa coll’impiego della superiore sala,
non rimonta probabilmente neppur essa all’epoca dei cavalieri.
Il quadriportico che corre davanti agli avvolti or ora menzionati e recinge il cortile cen-
trale, è limitato dai muri perimetrali degli avvolti stessi e dai venti piloni quadrangolari fra
i quali si tendono altrettante arcate ribassate, del tutto analoghe a quelle della facciata. Il
chiostro medesimo si suddivide — in corrispondenza con tali arcate, ma più in basso —■ in
ventiquattro campate a crociera, cui devonsi aggiungere le altre due crociere praticate nell’an-
dito d'ingresso. I costoloni delle vele e quelli degli archi divisori e terminali delle volte
posano rispettivamente o sopra mensoloni infissi nel muro o sopra analoghi capitelli trilobati
Rodi, Spedale. Il cortile interno: lati nord è ovest.
che fasciano la prosecuzione interna dei ricordati piloni. Nelle mensole la fascia superiore è
lavorata a modanature, a rameggi, a treccia; il sottostante nucleo rotondeggiante o è liscio o
è segnato di incavi, di fogliami e di rameggi ; nei capitelli a doppia fascia, la parte di sopra
si decora di varie sagome e frondeggi, l’inferiore di altre modanature o di cordone a treccia.
I costoloni, a profilo molto accentuato ed alquanto complesso, si incontrano al sommo delle
volte in un tondino liscio. 1 Dei guasti recati dall’opera del tempo alle volte, ai piloni ed
alle muraglie in genere del chiostro, si dovrebbero ora rimediare con prudenti riprese solo i
più gravi.
Quale fosse il livello originario del cortile e del chiostro non si è potuto con precisione
assodare, probabilmente perchè esso era costituito non di pavimento o selciato, ma di sem-
plice battuto. Certamente, quando i Turchi costruirono la grande cisterna centrale sopraele-
vata sul piano del cortile antico, col materiale allora ricavato alzarono sensibilmente il livello
tutto intorno. I restauri in corso, dopo avere sfondata quella cisterna e provveduto ad una
grandiosa opera di sterro, cercarono di accomodare il livello, spesso ed improvvisamente varia-
1 È in errore il Flandin dove sostiene che le pilastrate del chiostro si adornavano di stemmi. (Flan-
dini, Ìlisola di Rodi, cit. 66).
347
larizzare, sulla fede di vaghi ricordi e traccie della sua esistenza; delle due pareti traversali poi
con cui era stato dai Turchi suddiviso l’ambiente, la prima è stata già demolita quasi per intero,
la seconda., aperta a grande arcata e strettamente connessa coll’impiego della superiore sala,
non rimonta probabilmente neppur essa all’epoca dei cavalieri.
Il quadriportico che corre davanti agli avvolti or ora menzionati e recinge il cortile cen-
trale, è limitato dai muri perimetrali degli avvolti stessi e dai venti piloni quadrangolari fra
i quali si tendono altrettante arcate ribassate, del tutto analoghe a quelle della facciata. Il
chiostro medesimo si suddivide — in corrispondenza con tali arcate, ma più in basso —■ in
ventiquattro campate a crociera, cui devonsi aggiungere le altre due crociere praticate nell’an-
dito d'ingresso. I costoloni delle vele e quelli degli archi divisori e terminali delle volte
posano rispettivamente o sopra mensoloni infissi nel muro o sopra analoghi capitelli trilobati
Rodi, Spedale. Il cortile interno: lati nord è ovest.
che fasciano la prosecuzione interna dei ricordati piloni. Nelle mensole la fascia superiore è
lavorata a modanature, a rameggi, a treccia; il sottostante nucleo rotondeggiante o è liscio o
è segnato di incavi, di fogliami e di rameggi ; nei capitelli a doppia fascia, la parte di sopra
si decora di varie sagome e frondeggi, l’inferiore di altre modanature o di cordone a treccia.
I costoloni, a profilo molto accentuato ed alquanto complesso, si incontrano al sommo delle
volte in un tondino liscio. 1 Dei guasti recati dall’opera del tempo alle volte, ai piloni ed
alle muraglie in genere del chiostro, si dovrebbero ora rimediare con prudenti riprese solo i
più gravi.
Quale fosse il livello originario del cortile e del chiostro non si è potuto con precisione
assodare, probabilmente perchè esso era costituito non di pavimento o selciato, ma di sem-
plice battuto. Certamente, quando i Turchi costruirono la grande cisterna centrale sopraele-
vata sul piano del cortile antico, col materiale allora ricavato alzarono sensibilmente il livello
tutto intorno. I restauri in corso, dopo avere sfondata quella cisterna e provveduto ad una
grandiosa opera di sterro, cercarono di accomodare il livello, spesso ed improvvisamente varia-
1 È in errore il Flandin dove sostiene che le pilastrate del chiostro si adornavano di stemmi. (Flan-
dini, Ìlisola di Rodi, cit. 66).