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G. GERO LA
bile, di tutta quanta quell’area, in base ai dati offerti dalle antiche soglie delle porte e dalla
risega dei muri da un lato, e dall’altro dalle originarie piattaforme di fondazione dei piloni,
che non sempre però corrispondono ai primi. Il pavimento del porticato e dell’androne verrà
ultimato ad acciottolato, quello del cortile con semplice ghiaia.
Una canna quadrangolare di muratura, appoggiata ad uno dei piloni del lato di mezzo-
giorno, serviva ad attingere acqua direttamente dal piano superiore in un sottostante pozzo.
Il genere della sua muratura — immorsata in qualche punto con quella del pilone — e la cir-
costanza che la corrispondente pilastrata della loggia è molto più larga delle altre, appunto
per lasciare adito alla porticina della canna stessa, sembravano designare quel manufatto come
appartenente all’epoca dei cavalieri. Ciò non ostante, per l’ingombro materiale e per lo sconcio
estetico che essa rappresentava, venne nei primi tempi dei restauri demolita. Fu tuttavia rifatta
Rodi, Spedale. Lato ovest del chiostro terreno.
poi di bel nuòvo — a memoria — sulle fondamenta e sulle traccie antiche, profondandola però
più in basso e più accuratamente eseguendo la muratura inferiore : se la canna avesse o meno
una porta o finestra a livello del cortile è affermato da taluno, negato da altri.
La scala turca di accesso dal cortile al piano superiore trovavasi all’angolo nord-est del
cortile stesso, vale a dire rimpetto alla attuale. Dopo la recentissima sua demolizione, nes-
suna traccia — per quanto mi si assicura — venne riscontrata, la quale legittimasse il sospetto
che quivi fosse sorta una scalea più antica : ciò che del resto sembra pure escluso dal fatto
che immorsato alla pilastrata sinistra della loggia era pur sempre rimasto un pezzo,del muro
di parapetto che, chiudendo originariamente — al pari degli altri — anche quel lato, non poteva
consentire lo sbocco superiore di una scala. Della nuova scala che or ora si è edificata invece
all’opposto lato del cortile, furono scoperte le fondamenta e anche il primo filare in muratura
dei due piloni. Ne rimaneva pure in posto l’estremo gradino superiore, ricavato nella mura-
glia soprastante all’arcone, in maniera che lo scalino medesimo— largo 31 centimetri ed
alto 19 — riusciva a filo coll’esterno del muro. Di sotto, un solco praticato per tutta la lun-
ghezza di quel muro, doveva in origine accogliere un dente dei sottostanti blocchi, per il pe-
nultimo gradino. L’originario pavimento in mattonelle del loggiato, sopraelevato di 12 centi-
metri sopra l’ultimo scalino, mostrava il raccordo originale con questo,
G. GERO LA
bile, di tutta quanta quell’area, in base ai dati offerti dalle antiche soglie delle porte e dalla
risega dei muri da un lato, e dall’altro dalle originarie piattaforme di fondazione dei piloni,
che non sempre però corrispondono ai primi. Il pavimento del porticato e dell’androne verrà
ultimato ad acciottolato, quello del cortile con semplice ghiaia.
Una canna quadrangolare di muratura, appoggiata ad uno dei piloni del lato di mezzo-
giorno, serviva ad attingere acqua direttamente dal piano superiore in un sottostante pozzo.
Il genere della sua muratura — immorsata in qualche punto con quella del pilone — e la cir-
costanza che la corrispondente pilastrata della loggia è molto più larga delle altre, appunto
per lasciare adito alla porticina della canna stessa, sembravano designare quel manufatto come
appartenente all’epoca dei cavalieri. Ciò non ostante, per l’ingombro materiale e per lo sconcio
estetico che essa rappresentava, venne nei primi tempi dei restauri demolita. Fu tuttavia rifatta
Rodi, Spedale. Lato ovest del chiostro terreno.
poi di bel nuòvo — a memoria — sulle fondamenta e sulle traccie antiche, profondandola però
più in basso e più accuratamente eseguendo la muratura inferiore : se la canna avesse o meno
una porta o finestra a livello del cortile è affermato da taluno, negato da altri.
La scala turca di accesso dal cortile al piano superiore trovavasi all’angolo nord-est del
cortile stesso, vale a dire rimpetto alla attuale. Dopo la recentissima sua demolizione, nes-
suna traccia — per quanto mi si assicura — venne riscontrata, la quale legittimasse il sospetto
che quivi fosse sorta una scalea più antica : ciò che del resto sembra pure escluso dal fatto
che immorsato alla pilastrata sinistra della loggia era pur sempre rimasto un pezzo,del muro
di parapetto che, chiudendo originariamente — al pari degli altri — anche quel lato, non poteva
consentire lo sbocco superiore di una scala. Della nuova scala che or ora si è edificata invece
all’opposto lato del cortile, furono scoperte le fondamenta e anche il primo filare in muratura
dei due piloni. Ne rimaneva pure in posto l’estremo gradino superiore, ricavato nella mura-
glia soprastante all’arcone, in maniera che lo scalino medesimo— largo 31 centimetri ed
alto 19 — riusciva a filo coll’esterno del muro. Di sotto, un solco praticato per tutta la lun-
ghezza di quel muro, doveva in origine accogliere un dente dei sottostanti blocchi, per il pe-
nultimo gradino. L’originario pavimento in mattonelle del loggiato, sopraelevato di 12 centi-
metri sopra l’ultimo scalino, mostrava il raccordo originale con questo,