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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Marquand, Allan: Note sul sacrificio d'Isacco di Brunelleschi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0420

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AL LAN ALARQUAND

L’ingrandimento fotografico ci fa vedere come il fanciullo non sia inginocchiato sul terreno,
ma rappresentato come un’anima dipartita emergente dal terreno o da una nube. Il barbuto
patriarca appare anche camminando sulle nuvole. Ciò mi fa pensare ad un’altra interpretazione.
L'uomo dalla barba è evidentemente Abramo, ed è una riproduzione in miniatura dell’Àbramo
che sta per sacrificare suo figlio Isacco. Egli sporge un ramo, come simbolo di posterità e
pone la mano sulla testa al suo figlio Isacco, per mezzo del quale egli divenne antenato di
Cristo. Isacco non intercede per la sua vita, ma con ardore reclama la distante ma vera sua
parentela con Cristo, qui rappresentata dalla Vergine Maria. La genealogia di Cristo fu spesso

Filippo Brunelleschi : Particolare del Sacrificio d’Isacco
Firenze, Museo Nazionale.

rappresentata dall’arte medioevale, ma in nessun luogo in forma più succinta ed abbreviata
che in questo bassorilievo.

Coloro i quali indissero la gara richiamarono una scena del Vecchio Testamento: Il Sa-
crificio d’Isacco. Il Brunelleschi qui unisce il Vecchio Testamento al Nuovo, avendo forse in
mente le prime parole del Nuovo Testamento (Matteo I, 1-2); « Il libro della generazione di
Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, ecc. ». Probabilmente
egli ebbe in mente la spiegazione più ampia, indicata dall’apostolo Paolo:

« Come sta scritto : Abramo credette a Dio, egli fu imputato e giustiziato.

« Intendete adunque che quelli, che sono della fede, son figliuoli di Abramo.

« Ma la Scrittura prevedendo in futuro come Dio era per giustificare i Gentili per mezzo
della fede, anticipatamente evangelizzò ad Abramo: saranno in te benedette tutte le genti».

Perciò l’intero pannello significa: Isacco, qui rappresentato come salvato dal sacrificio, fu
progenitore di Cristo.

Allan Marquand.

(Trad. di Maria Valenziani).,
 
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