392
C. A. DE CO SSON
La rotella, di acciaio nero, è lavorato, avente nel centro Tolomeo che presenta a Cesare
la testa di Pompeo, con attorno, in quattro formelle bislunghe, la Fede, la Speranza, la
Carità e la Fortezza.
11 caschetto, che è un piccolo morione senza cresta, di lavoro simile, è ornato con sog-
getti rappresentanti combattimenti di guerrieri antichi. L’armatura, e questi ultimi pezzi, non
sono di lavoro identico, nè dell’istessa mano, ma è probabile che lo scudo e il caschetto siano
Fig. 7 — Caschetto della seconda metà del sec. xvi.
stati fatti per completare un solo insieme. Non di rado si vedono differenze di lavoro fra
pezzi che hanno certamente appartenuto ad una stessa armatura.
Nessun armaiuolo col nome di Pirro Sinico mi è mai capitato sott’occhi, e sarei disposto a
credere che è esistito soltanto nella fervida e ormai nota imaginazione del Petrini, il quale, come
abbiamo già visto, aveva la passione delle attribuzioni fantastiche, o inventate di sana pianta.
Lo strano è che abbia voluto attribuire armi del rinascimento italiano a personaggi ed artisti
dell’antichità classica, quando appena era trascorso un secolo dall’epoca della loro fabbri-
cazione.
C. A. DE COSSON.
C. A. DE CO SSON
La rotella, di acciaio nero, è lavorato, avente nel centro Tolomeo che presenta a Cesare
la testa di Pompeo, con attorno, in quattro formelle bislunghe, la Fede, la Speranza, la
Carità e la Fortezza.
11 caschetto, che è un piccolo morione senza cresta, di lavoro simile, è ornato con sog-
getti rappresentanti combattimenti di guerrieri antichi. L’armatura, e questi ultimi pezzi, non
sono di lavoro identico, nè dell’istessa mano, ma è probabile che lo scudo e il caschetto siano
Fig. 7 — Caschetto della seconda metà del sec. xvi.
stati fatti per completare un solo insieme. Non di rado si vedono differenze di lavoro fra
pezzi che hanno certamente appartenuto ad una stessa armatura.
Nessun armaiuolo col nome di Pirro Sinico mi è mai capitato sott’occhi, e sarei disposto a
credere che è esistito soltanto nella fervida e ormai nota imaginazione del Petrini, il quale, come
abbiamo già visto, aveva la passione delle attribuzioni fantastiche, o inventate di sana pianta.
Lo strano è che abbia voluto attribuire armi del rinascimento italiano a personaggi ed artisti
dell’antichità classica, quando appena era trascorso un secolo dall’epoca della loro fabbri-
cazione.
C. A. DE COSSON.