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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Cipolla, Carlo: Ricerche storiche: intorno alla chiesa di Santa Anastasia in Verona, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0442

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CARLO CIPOLLA

gli onori che gli spetterebbero come a cavaliere ; sta-
bilisce che i suoi eredi comperino a vantaggio dei
Domenicani due apparamenti completi per messa so-
lenne, ordina d’esser sepolto in Sant’ Anastasia « in
arca prefati olim dni Thomaxij suy patris». Ricorda
le figlie Beatrice, Lucia, Tadclea, ed i figli suoi .rredi e
fìdecommissarii, cioè Nicolò, cav. Tommaso e Bartolo-
meo. 1 quali tre sono menzionati anche nel codicillo
scritto a Verona « in camera cubiculari » t\ Ottobre 1416,1

in cui il testatore parla anche di Libera vedova del
suo defunto fratello Andrea.

Quando fece scrivere il codicillo, Giovanni era ma-
lato, in letto. È presumibile quindi che sia morto
poco dopo.

Il cav. Tommaso, figlio di Giovanni, era stato

duos fìdey commissarios et eredes fiat et fieri debeat fratii-
bus et conventuy ecclexie sancte Anastaxie de Verona unum
par aparamentorum de veluto novo de grana (rosso) vel de
colore viridi sive album secundum videbitur suis commissariis
et priori et’fratribus diete ecclexie et secundum quod expensa
poterit subportare, in quo aparamento expendatur usque
ad sumam centum septuaginta ducatorum auri, quod fulci-
tum sit pianeta, camixo, tunicha et dalmatica, et allijs ne-
cessarijs, et aparatu diacheni et subdiachoni et duorum
acolitorum coadiuvantium ad missam solempnem, quando
contigerit solemni missa in dic'a ecclexia celebrali prò anima
sua et in remissione suorum peccatorum.

1 Arch. Notar, di Verona, marzo Vili, n. 20.

cinto cavaliere da Francesco Novello da Carrara, en-
trando in Verona addi 27 aprile 1404. 1
La scultura Veronese del secolo xv, secondo che osser-
vano i critici dell’arte, non fu nè così originale, nè così
intimamente vivificata dallo spirito antico, come nel
periodo romanico. Lo stesso dobbiamo riconoscere
nella terracotta (fig. io), anche se non vogliamo esa-
gerare nel rilevarne i difetti. Degne di nota appar-
vero pur al Maffei, che le attribuì al principio del 1400.

Dissi che l’artista è noto comunemente quale « il mae-
stro della cappella Pellegrini » secondo l’appellativo
datogli dal Bode. Ma con buona ragione Adolfo Venturi
riconobbe che troppo facilmente si aggiudicarono la
vori di differente carattere alle mani medesime ; e per
vero, considerando il famoso altare in terracotta che
si ammira nel Duomo di Modena, se ne ha l’impres-
sione che tra esso e quello di Sant’Anastasia, non ci
sia che una relazione abbastanza lontana, minore di
quanto altri ritenne. L’altare di Modena supera di assai
quello di Verona in grandiosità ma specialmente in
finitezza. Quindi si accoglie con piacere l’opinione del
Venturi2 che sostiene la diversità artistica e ammette

1 Cronichetta 1404-05 riprodotta dal Verci, Marca Trivig,
XVIII, doc, n. 2025. Lo aveva avvertito il Pellegriui, che
peraltro sbagliò (op. cit. cap. VI), confondendo il secondo
Tommaso col primo

2 Op. cit., VII, 114-5,

Fig. io — Le terrecotte della cappella Pellegrini : La storia del bacio di Giuda

(Fotografia Lotze).
 
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