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LIONELLO VENTURI
estetica. E però si conviene che a Napoli a Urbino e a Rimini ha lavorato il medesimo
scultore.
Son noti gli artisti 1 che lavorarono all’arco di Alfonso d’Aragona : colui che vi eseguì
le parti ricordate dovrà quindi esser considerato l’autore delle sculture della « Jole » e della
pilastrata di San Sigismondo.
Poiché nel 1455 il Fazio parla già della « porta cuoi ingenti arcui triumphali, ex mar-
more candidissimo », conviene ammettere che in quell’anno almeno l’architettura dell’arco fosse
quasi compiuta. E perciò nel 1458 doveva essere quasi finita l’opera dei maestri Isaia da Pisa,
Antonio Chellino da Pisa, Pietro da Milano, Domenico Gaggini, Francesco Laurana e Paolo
Romano, i quali « han press a stali (a cottimo) de acabar integrament les figures del are
triumfal del dit Castell nou », a seconda di un documento del 31 gennaio 1458; e di Andrea
dell’Aquila il quale pure aveva lavorato all’arco, secondo un documento del 31 agosto 1456.
Una controprova di questo fatto è data dalla diversità innegabile delle mani nelle statue
Fot. 16 — Francesco Laurana: La salita al Calvario.
Avignon, St. Didier — (Dal Rolfs)
allegoriche dei nicchioni soprastanti il secondo arco. Infatti, nella ripresa dei lavori dell’arco
avvenuta nel 1465, il solo Pietro da Milano appare l’esecutore: se quindi soltanto in quel-
l’anno, come è stato supposto, si fosse compiuto il secondo arco, è evidente che la diversità
di fattura nelle statue dei nicchioni ad esso sovrastanti non sarebbe spiegabile, perchè tutte
dovrebbero mostrare lo stile di Pietro da Milano, ciò che assolutamente non è.
Perciò, al di fuori del coronamento e del terzo arco interno, tutta la decorazione plastica
dell’arco fu eseguita dai maestri suddetti. La determinazione della parte compiuta da cia-
scuno di essi, può essere basata soltanto sui dati stilistici.
E noto lo stile d’Isaia da Pisa, di Pietro da Milano, di Domenico Gaggini, di Francesco
1 Cfr. C. voti Fabriczy, in Jahbruch d. K. Pr. Ksts.,
XX. (1S99), pagg. 18 e seg. e 147 e seg. — E. Ber-
taux, in Archivio storico per le province napoletane,
XXV (1900), pag. 27 e seg. — F. Burger, Francesco
Laurana, Strassburg, 1907.—W. Rolfs, Franz Lau-
rana, Berlin, 1907 — A. Venturi, Storia dell’Arte
Italiana, VI, Milano, 1908.
LIONELLO VENTURI
estetica. E però si conviene che a Napoli a Urbino e a Rimini ha lavorato il medesimo
scultore.
Son noti gli artisti 1 che lavorarono all’arco di Alfonso d’Aragona : colui che vi eseguì
le parti ricordate dovrà quindi esser considerato l’autore delle sculture della « Jole » e della
pilastrata di San Sigismondo.
Poiché nel 1455 il Fazio parla già della « porta cuoi ingenti arcui triumphali, ex mar-
more candidissimo », conviene ammettere che in quell’anno almeno l’architettura dell’arco fosse
quasi compiuta. E perciò nel 1458 doveva essere quasi finita l’opera dei maestri Isaia da Pisa,
Antonio Chellino da Pisa, Pietro da Milano, Domenico Gaggini, Francesco Laurana e Paolo
Romano, i quali « han press a stali (a cottimo) de acabar integrament les figures del are
triumfal del dit Castell nou », a seconda di un documento del 31 gennaio 1458; e di Andrea
dell’Aquila il quale pure aveva lavorato all’arco, secondo un documento del 31 agosto 1456.
Una controprova di questo fatto è data dalla diversità innegabile delle mani nelle statue
Fot. 16 — Francesco Laurana: La salita al Calvario.
Avignon, St. Didier — (Dal Rolfs)
allegoriche dei nicchioni soprastanti il secondo arco. Infatti, nella ripresa dei lavori dell’arco
avvenuta nel 1465, il solo Pietro da Milano appare l’esecutore: se quindi soltanto in quel-
l’anno, come è stato supposto, si fosse compiuto il secondo arco, è evidente che la diversità
di fattura nelle statue dei nicchioni ad esso sovrastanti non sarebbe spiegabile, perchè tutte
dovrebbero mostrare lo stile di Pietro da Milano, ciò che assolutamente non è.
Perciò, al di fuori del coronamento e del terzo arco interno, tutta la decorazione plastica
dell’arco fu eseguita dai maestri suddetti. La determinazione della parte compiuta da cia-
scuno di essi, può essere basata soltanto sui dati stilistici.
E noto lo stile d’Isaia da Pisa, di Pietro da Milano, di Domenico Gaggini, di Francesco
1 Cfr. C. voti Fabriczy, in Jahbruch d. K. Pr. Ksts.,
XX. (1S99), pagg. 18 e seg. e 147 e seg. — E. Ber-
taux, in Archivio storico per le province napoletane,
XXV (1900), pag. 27 e seg. — F. Burger, Francesco
Laurana, Strassburg, 1907.—W. Rolfs, Franz Lau-
rana, Berlin, 1907 — A. Venturi, Storia dell’Arte
Italiana, VI, Milano, 1908.