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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Venturi, Lionello: Studii sul Palazzo Ducale di Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0479

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STUDI [ SUL PALAZZO DUO ALL DI URBINO

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archi sovrapposti, rivestita di pietra, terminata da una specie di lunetta a voluta, culminata
da una figura diritta: un San Michele a Napoli, l'aquila dei Montefeltro a Urbino. Tale mo-
tivo architettonico è assolutamente eccezionale nella storia dell’arte, non derivato in nessuno
dei casi da necessità preesistenti. Infatti è noto come in Urbino tutto il palazzo sia sorto omo-
geneamente in un divario di pochi anni, 1465-7-1472; ed è quindi evidente che l’architetto
abbia pensato l’effetto delle logge e de’ torricini nel medesimo tempo. Nè il caso è differente
a Napoli: il 21 maggio 1451 vien commessa a quattro muratori la fabbrica di varie torri di
Castel Nuovo fra cui «li due torri dinante la porta dello castello», e si dà tempo trenta
mesi per ultimare i lavori. 1 Cioè i due
torrioni furono finiti non prima del 30 ot-
tobre 1453.

Le due torri, a Napoli e a Urbino,
hanno i medesimi mensoloni sorreggenti
un eguale coronamento, e terminerebbero
in modo affatto eguale se a quelli di Ur-
bino non fossero state aggiunte due guglie,
bene opportune per la speciale pendenza
del terreno, non esistente a Napoli. Non
solo : nel contratto del 21 maggio 1451 è
detto che i quattro muratori devono com-
piere le dette torri « tutte de lori in bu-
solato di peperino et de dintro ali cantuni
delle porte et finestre scalune et grade,
dove bisognara... Et più formeranno alli
doe torri de la porta lo poio et lo grado
et tutte Ile altre cose, che fra Ile dette
doe turri seranno besogno excepto Ile mar-
more et pavimente».

E cioè : non solo i muratori devono
porre la scala a chiocciola entro le due
torri come nelle due di Urbino, ma anche
devono preparare le cose che « fra Ile dette
doe turri seranno besogno excepto Ile mar-
more et pavimente». Vale a dire Varco:
poiché per una porta semplice non si sa-
rebbe sentita la necessità di all levare l’obbligo de’ muratori in così grande lavoro. E infatti
l’arco non tarda a sorgere: nel 1455 Bartolomeo Facio afferma «inter turrim mediani et angu-
larem ad occasum vergentes, portam cum ingenti arcui triumphali, ex marmore candidissimo,
constituit (Alphonsus) ». 2

Resta dunque provato che l’arco non fu un’aggiunta a un insieme esistente di due torri,
bensì che le due torri e l'arco sono un tutto partorito in un medesimo tempo, contempora-
neamente, poiché sin dal 1451, non ancora elevate le torri, già si pensava al monumento che
doveva sorgervi in mezzo.

I quattro muratori del contratto 21 maggio 1451, sono quattro impresari, che dovevano
edificare secondo disegni prestabiliti : ecco perchè l’architetto non appare in contratto, ma è
un presupposto necessario. Ed ecco perchè anche in tutte le note di pagamento agli scultori

1 Schulz, Denkmaeler d. Kunst d. Mittelalters in libri decem, I.ugduni, 1560. Cfr. Fabriczy, Der

Unteritalien, t. IV, pag. 186. Triumphbogen Alfonsos Iam Castel Nuovo im. Neapel,

2 De Rebus gestis ab Alphonso primo Neap. rege in Jahrbuch d. K. Pr, Ksts, XX, 1899, pag. 3 e segg.
usque ad obituin Nicolai V, a. 1455 commentariorum
 
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