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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Venturi, Lionello: Studii sul Palazzo Ducale di Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0493

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STUDII SUL PALAZZO DUCALE DI URBINO

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Da Mercatello, nell’alta valle metaurense, non
lungi da Urbino, discese‘Antonio Bencivenni, che
nel 1476-78 lavorò nel coro di san Domenico a '
Perugia e, nel 1501, intarsiò gli stalli del Cambio
con sistema affatto simile a[_quello delle più tarde
tarsie urbinati, delle quali‘diffuse l’arte per tutta
l’Umbria, sin verso il 1530.1

FRANCESCO DI SIMONE FERRUCCI.

Fin dal principio di questo articolo indi-
cammo le divergenti tendenze rappresentate da
Luciano Laurana da una parte, dai decoratori
lombardi dall’altra. Occorre dire « decoratori lom-
bardi», perchè più di tutti Ambrogio Barocci-
impersona la tendenza antilucianesca. E a lui si
associa, come vedremo, Gian Cristoforo, romano
di nascita, ma lombardo in arte. Con minore ac-
centuazione, con maggior rispetto al « decoro »
architettonico, ma sempre con l’indirizzo di so-
vrapporre il decorativo al costruttivo, anche due
toscani lavorarono nel Palazzo di Urbino. L’uno
è Domenico Rosselli che creò le decorazioni pla-
stiche più raffinate di tutto il periodo ducale, con
delicatissima riduzione della figura umana alle
necessità architettoniche, con una policromia sem-
plice e maravigliosa : la sala degli Angeli inse-
gni.2 Dell’altro non è stata supposta sin qui l’at-
tività nel Palazzo: egli è Francesco di Simone
Ferrucci.

Il confronto fra la porta nella sala del Ma-
gnifico del Palazzo Ducale (fig. 40) e il monu-
mento di Barbara Manfredi in san Biagio di Forlì
(fig- 4i).3 qui riprodotti, tolgono ogni dubbio
sull’attribuzione della porta al Ferrucci; il ri-
spetto alle cornici architettoniche, la capacità di
foggiare come alto un rilievo bassissimo, il mo-
tivo delle palmette tronche come terminate da un piccolo bulbo, e delle foglie ondulate come
se fossero baccelli di fave, le preziosità dei rosoncini, sono caratteri comuni al monumento
e alla porta, e individuano lo stile del Ferrucci.

La porta fu eseguita vivente Federico, come palesa la granata scoppiata scolpita nel fregio.
Del Ferrucci la prima opera databile è del 1463, e la morte avvenne nel 1493. Dopo il 1484
egli eseguì il monumento di Gian Francesco Oliva e di Marsibilia Trinci a Montefiorentino
(comune di Piandimeleto) nel ducato di Urbino. Probabilmente circa il 1468 eseguì in Rimini
il monumento di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Insomma i lavori compiuti nelle vicinanze,

Fig. 39 — Giuliano da Maiano
e Francione: Dante. Firenze, Palazzo Vecchio
(Fotografia Brogi).

1 A. Bellucci, in Allgemeines Lexicon der Bil- 5 Per tutte le notizie relative al Ferrucci, cfr. A. Ven-

denden Kiinstler, Leipzig, 1909, III, 296. turi, in Archivio storico dell’arte, V (1892), f. VI;

2 C. v. Fabrtczy, Domenico Rosselli, in Jahrbuch e Storia dell'Arte, VI, 724.

d. K. Pr. Ksls., t. XIX (1898), pag. 123 e seg.
 
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