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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

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Fasc. 5-6
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Venturi, Lionello: Studii sul Palazzo Ducale di Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0498

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LIONELLO VENTURI

chiesa di santa Maria dei Miracoli a Venezia. Queste
ultime identità di stile furono già determinate giusta-
mente""dal Paoletti. '

Ora, tra la porta di San Giobbe e quella di San
Michele, c’è tale affinità di stile, da risultarne l’iden-
tità della mano. Per la chiesa dei Miracoli la questione
è differente: noi sappiamo infatti che fu iniziata sol-
tanto nel 14811 2 * e che fu opera di Pietro Lombardo e
della sua scuola; e già nel 1481, Ambrogio da Mi-
lano lavorava da tempo in Urbino. D’altronde l’iden-
tità dei prodotti ai « Miracoli » e nella scala del
Palazzo Urbinate è evidente.

La questione può essere facilmente risolta osser-
vando che anche nelle opere sicure di Ambrogio a San
Michele e a Spoleto, egli si palesa un puro seguace di
Pietro Lombardo. E dunque lo stile, i motivi, la tecnica
del maestro, ch’egli trasporta in Urbino, con il mede-
simo grado di perfezione esecutiva. Supporre, con il
Paoletti, che le decorazioni urbinati abbiano servito di modello a quelle veneziane è affatto
arbitrario. Ambrogio Barocci non ha alcuno di quei caratteri che permettano d'indicarlo un
caposcuola, e un « maestro » di Pietro Lombardo. L’abilità sua non supera affatto quella di
Pietro. Si tratta invece di motivi comuni a una scuola, della quale, sino a prova contraria,
è bene di ritenere che Pietro Lombardo sia stato il capo: quei motivi venivano ripetuti dai
seguaci, anche fuori di Venezia, con eccezionale concordia di perfezione esecutiva. Solo così,
mi sembra, può spiegarsi l’idendità di produzione di artisti diversi, circa nei medesimi anni,
a Venezia e a Urbino.5

Per l’affinità diretta con le sue opere sicure, e per il carattere generale lombardesco, si
può dunque attribuire ad Ambrogio la decorazione della facciata sulla piazza, della scala, dei
fregi delle sopraloggie, della prima porta verso il salone.4

A queste io credo si debba aggiungere la cappella del Perdono: con la sua incrostazione
marmorea, con i fregi di cavalli marini, essa è opera tipica di arte lombardesco-veneziana, e
quindi del suo diretto rappresentante inUrbino; eccettuata, mi sembra, la porta d’ingresso,
di carattere diverso, che non sono riuscito a determinare. Com’è noto, la cappella del Perdono
fu eseguita, morto Federico, durante il tempo in cui, minorenne Guidobaldo, il tutore di lui
Ottaviano Ubaldini teneva le redini dello Stato: in questo periodo Ambrogio si trovava in
Urbino com’è accertato da’ documenti.

Di Ambrogio abbiamo dunque opere sicure e opere probabili, tutte ornamentali. Ci sa-
rebbe è vero il monumento di Lorenzo Roverella in san Giorgio a Ferrara, firmato: Ambrosii
Mediolanensis opus 747J, opera compiuta in gran parte da Antonio Rossellino, come, malgrado
la firma, provano documenti.5 Ma si è dubitato6 dell’identità dell’Ambrogio milanese in Fer-

1 L’architettura e la scultura del Rinascimento in
Venezia, P. II, pag. 210, Venezia, 1893.

2 Paoletti. op. cit., pag. 206.

5 Una ragione sembra sostenere la predetta ipotesi

del Paoletti: alcuni motivi di strumenti bellici in Ur-

bino si ritrovano a Santa Maria dei Miracoli ; adattati
nel palazzo del Condottiero, fuori di luogo nella chiesa;
sembrano questi la copia di quelli. Non è così : nel

Monumento Orsini nel Duomo di Spoleto, il Barocci
stesso ha profuso strumenti di guerra. Non c’era dunque

in quegli artisti ricerca di corrispondenza tra i motivi
decorativi e il valore spirituale del luogo.

4 Contradicendo alla propria suddetta ipotesi, il
Paoletti (op. cit., pag. 211) suppone che i figli di
Pietro Lombardi abbiano lavorato in Urbino : senza
fondamento.

s C. v. Fabriczy, in Repertorium filr Kunstmis-
senschaft, XXX (1907), pagg. 251-252.

6 Paoletti, op. cit., e Budinich, op. cit.
 
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