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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 1
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Longhi, Roberto: "Battistello", [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0099

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« BATTISTELLO »

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La stessa iniziale intrusione eli elementi di disegno sigiato in un complesso essenzial-
mente ancora caravaggesco è nel delizioso nudetto (fig. 2) che da pochi giorni, credo, è di-
sceso dal Tabularium di Monreale al Museo Nazionale di Palermo, ove si ammira sotto il
nome di Caravaggio.1 E un Bacchino? un San Giovannino nel deserto? non so. So che sa-
rebbe difficile trovare un fratello carnale e spirituale più vicino al Bacco di Lipsia, o all’Amor
Profano di Berlino, per gioiosità plastica e psichica, per malizia sognante quasi sfrontata, e,
di nuovo nel campo dell’arte, per inconscia monumentalità. Eppure, osservando meglio (e anche
ponendo fuori questione i danni sofferti dalla piccola tela soprattutto nel modellato del torso
e del braccio sinistro) ci si accorge, ripeto, di certe intrusioni apparentemente lievi, che toc-
cano invece la sostanza dell’opera.

Persino la leggera accentuazione di malizia psichica — nel viso in ombra, ombra di sogno -
io mi avventuro a pensare non possa essere che il prodotto più o meno conscio di una di-
versione stilistica da Caravaggio: in fatto, questo ragazzetto in tutta la sua posa — la testa
sul globo dell’omero, il braccio tornito ripetutamente, la blanda ondulazione morvicla dalla

(Fotografia del Ministero della Pubblica Istruzione).

spalla al piede — ha un fare vezzoso — e sia pure una vezzosità monumentale — che lo rende
al nostro sguardo più correggesco, sì diaam pure correggesco, che Caravaggio non sia stato mai.
E troppo elegante, troppo poco reale, troppo accarezzato, troppo tondeggiante ondulato un
po’dappertutto, il che una volta o l’altra finirà per diventar disegno : poiché dovrebbe essere
evidente che schiarendo l’ombra, che dura fatica a costruire un solo piano (quello sulla coscia),
e facendo apparire per tal modo anche il contorno esterno della gamba sinistra, si avrebbe
di fronte un magnifico ragazzetto disegnato e plasticato assai bene, ma nulla più.

Peccato, vero?, tanto più se si riflette che l’uomo che persino in quest’opericciola sapeva
in un sol grumo di scuri fermare lo sviluppo di tutta una polpa sino al malleolo, aveva la
stoffa per continuare ad essere un buon caravaggesco. a

Di dove veniva adunque a Battistello questo inizio di maniera — intendendo per essa la
ricaduta in ischemi storici di stile, non vivificati a contatto col reale?— si pensa naturalmente,

1 11 dottor Matranga è stato il primo a rimettere
in valore il quadro e ad attribuirlo al Caravaggio, al
quale anch’io avevo pensato di su la fotografia : ma
la visione diretta dell’opera procuratami dalla cortesia
dello stesso Matranga mi ha subito portato a conclu-

dere per Caracciolo, per il tono delle carni giallo bru-
nito. affatto caratteristico. L’opera anzi va probabil-
mente riportata anni più tardi, verso il 1615 ; ma io
la esamino qui per comodo di dimostrazione.

L'Arte. XVIII, 9.
 
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