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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Borsari, Luigi: Le mura e porte di Servio
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0028

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22 Le mura e 'porte di Servio

In terzo luogo, quale ragione avrebbe avuto questo arco,
addossato alla rupe del colle, aperto in un muraglione antichis-
simo di opera quadrata e gettato su di una pubblica via? L'idea
di riconoscervi un fornice dell'acquedotto dell'Appia, il quale
terminava imo Publicio clivo, ad portam Trigeminam, od un
avanzo dell'arenazione della Marcia (cf. Lanciani Acque ed acque-
dotti pag. 38, 39 e 101), non può accettarsi, non essendosi
riscontrata la minima traccia dell'esistenza dello speco.

Nei tempi posteriori, mutate le condizioni topografiche della
città, ed in conseguenza la sua forma non più coordinata alle
opere sernane, il clivo fu abbandonato, come fu provato dalla
presenza di un muro di opera reticolata, aggiunto all'arco, e che
lo accecava completamente, tagliando così in due la via. Altre
vestigia di costruzioni in reticolato e laterizie furon ivi presso
dissepolte, segno evidente che anche in questo punto, come
sull'alto dello stesso colle (cf. Bull, dell'List. 1870, p. 55 seg.)
gli edifici imperiali erano stati adossati, per- ogni senso, al re-
cinto di Servio. E qui pongo termine al mio scritto, facendo
osservare, come il luogo nel quale propongo doversi collocare la
porta Trigemina, trovisi in condizioni topografiche del tutto simili
a quelle che fissavano detta porta all'arco della Salara, e come
le notizie lasciateci dagli antichi scrittori ben vi si addicano
ugualmente.

Luigi Borsari
 
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