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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Borsari, Luigi: Le mura e porte di Servio
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0027

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Le mura e forte di Servio

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come ognuno vede, è preziosa, e porgemi occasione ad esporre
una congettura circa la situazione della porta Trigemina, che se-
condo la comune opinione doveva collocarsi all'arco della Salara,
ora distrutto, ossia un poco più innanzi del luogo in discorso.

Nel 1885, cavandosi il terreno, tra la chiesa di s. Maria
in Cosmedin ed il convento delle Suore di s. Vincenzo, quasi
parallelamente alla via che mette alla porta ostiense, per la
sistemazione del canale collettore; fu messo in luce un grande
arco costruito con blocchi cuneati di tufo cinereo, di m. 3,30 di
luce. La spalla sinistra dell'arco congiungevasi ad un muraglione,
pure costruito con blocchi di tufo, il quale s'internava nel colle.
Eecatomi sul luogo, unitamente al topografo sig. Marco Giam-
miti, debbo confessare, che la prima idea che mi balenò in
mente, fu quella di riconoscere in quell'arco la porta Trigemina
del recinto serviano ; ma stante il poco messo in luce, quanto
cioè occorreva pei lavori del collettore, non volli manifestare
ad alcuno la mia congettura. Ora, la scoperta dell'avanzo del re-
cinto serviano avvenuta pochi mesi or sono e su riferita, dà fon-
damento e peso al mio supposto, per le seguenti ragioni. Iu
primo luogo, anche l'arco fu scoperto a m. 40,00 dal fianco S. 0.
della chiesa di s. Maria in Cosmedin, in linea cioè col tratto recen-
temente scoperto. Secondariamente, una via publica, selciata coi
consueti poligoni di lava basaltica, correva sotto l'arco, e per
buona sorte, l'asse di detta via coincidendo quasi coll'asse del
collettore, se ne potè scoprire un considerevole tratto. Ora, la
presenza di questo clivo aventinese (che ritengo il Publicio),
passante proprio sotto l'arco, prova, che questo era realmente
un valico della cinta serviana e non un arco di rinforzo, come
quelli che veggonsi nel tratto della vigna Maccarani-Torlonia,
e quello sulla sommità di Magnanapoli, la cui strettezza (ap-
pena m. 1,93 di luce) dimostrò inamissibile dovesse essere
la porta Fontinale. L'arco di cui trattiamo, misurava, ripeto,
m. 3,30 di luce, larghezza conveniente per una porta urbana.
 
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