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Degli avanzi dell'acquedotto vergine
di « vecchio acquedotto presso al collegio Germanico » trovato
nel 1791 con restauri laterizi del tempo di Teodorico; il Yalesio
ricorda « un arco antico magnifico, composto di smisurati tra-
vertini », che nel 1702 fu trovato ne'fondamenti di una casa di
proprietà Serlupi nella via del Seminario (1).
Tutti cotesti avanzi, che esistevano sopra una medesima linea,
e che dal cantone di piazza Sciarra proseguivano fino alla metà in
circa della via del Seminario, ora sono totalmente scomparsi : come
altresì da lungo tempo è scomparso l'insigne arco trionfale di
Claudio, che il Lanciani ha dimostrato all'evidenza, essere stato
un fornice dell'acquedotto Vergine nel valico attraverso la via
Lata (2). Questo monumento, ricco di marmi e di sculture, erge-
vasi presso 1' angolo dell' odierno palazzo della Cassa di rispar-
mio; e ad occidente formava serie con gli archi, i cui avanzi
ho testé sommariamente descritto.
Esaminando cotesta serie quasi continua di archi o di pila-
stri appartenenti all'antico acquedotto, il Lanciani aveva già
stabilito, con quella sicurezza di giudizio che viene dalla perfetta
conoscenza della materia, che « l'asse dello speco non era paral-
lelo nè alla facciata della chiesa di s. Ignazio, nè alla via del
Caravita, ma piegava alquanto verso il nord, in modo da raggiun-
gere in circa il portone del palazzo Sciarra » (3). Le recenti
scoperte non potevano confermare in modo più apodittico l'affer-
mazione dell'esimio maestro di topografia romana. Gli archi, che
sono tornati in luce nel cortile del palazzo Sciarra, e che formavano
la prosecuzione dell'acquedotto dal lato orientale dell'arco di
Claudio, stavano precisamente nella direzione preveduta dal Lan-
ciani. Dopo breve tratto si collegavano con gli avanzi scoperti
presso l'oratorio di s. Marcello; e continuando verso nord-est si
raccordavano con le arcuazioni rinnovate da Claudio.
0) V. Lanciani, Bull. coni. 1. c.; Acque p. 127.
(2) Bull. cit. p. 17 segg. ; Acque p. 126.
Pi Bull, com. 1881 . 21 ; cf. ivi stesso la tav. IV-V.
Degli avanzi dell'acquedotto vergine
di « vecchio acquedotto presso al collegio Germanico » trovato
nel 1791 con restauri laterizi del tempo di Teodorico; il Yalesio
ricorda « un arco antico magnifico, composto di smisurati tra-
vertini », che nel 1702 fu trovato ne'fondamenti di una casa di
proprietà Serlupi nella via del Seminario (1).
Tutti cotesti avanzi, che esistevano sopra una medesima linea,
e che dal cantone di piazza Sciarra proseguivano fino alla metà in
circa della via del Seminario, ora sono totalmente scomparsi : come
altresì da lungo tempo è scomparso l'insigne arco trionfale di
Claudio, che il Lanciani ha dimostrato all'evidenza, essere stato
un fornice dell'acquedotto Vergine nel valico attraverso la via
Lata (2). Questo monumento, ricco di marmi e di sculture, erge-
vasi presso 1' angolo dell' odierno palazzo della Cassa di rispar-
mio; e ad occidente formava serie con gli archi, i cui avanzi
ho testé sommariamente descritto.
Esaminando cotesta serie quasi continua di archi o di pila-
stri appartenenti all'antico acquedotto, il Lanciani aveva già
stabilito, con quella sicurezza di giudizio che viene dalla perfetta
conoscenza della materia, che « l'asse dello speco non era paral-
lelo nè alla facciata della chiesa di s. Ignazio, nè alla via del
Caravita, ma piegava alquanto verso il nord, in modo da raggiun-
gere in circa il portone del palazzo Sciarra » (3). Le recenti
scoperte non potevano confermare in modo più apodittico l'affer-
mazione dell'esimio maestro di topografia romana. Gli archi, che
sono tornati in luce nel cortile del palazzo Sciarra, e che formavano
la prosecuzione dell'acquedotto dal lato orientale dell'arco di
Claudio, stavano precisamente nella direzione preveduta dal Lan-
ciani. Dopo breve tratto si collegavano con gli avanzi scoperti
presso l'oratorio di s. Marcello; e continuando verso nord-est si
raccordavano con le arcuazioni rinnovate da Claudio.
0) V. Lanciani, Bull. coni. 1. c.; Acque p. 127.
(2) Bull. cit. p. 17 segg. ; Acque p. 126.
Pi Bull, com. 1881 . 21 ; cf. ivi stesso la tav. IV-V.