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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Cantarelli, Luigi: Osservazioni onomatologiche
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0117

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Osservazioni onomatologiche

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C.I.I.IX, 2751 = 7. Neap. 5115: C. Valerius Liberal{is) an-
norum XIX;

C. I. L. X, 60 = 1. Neap. 25 : L. Laberius L(ucii) l{ibertus) Opta-
tus ornamentis censor{iis) honoratus vix(it) a(nnis) XXII.
Ora questi liberti morti prima di 30 anni, che le lapidi anzi-
dette ricordano, potrebbero, senza dubbio, essere stati, come vuole
il Lemonnier, latini iuniani, ma potrebbero anche essere stati ma-
nomessi virìdicta apud consilium manamissionis insta causa ad-
probata (Gaius, I, 18) secondo le disposizioni della stessa legge
Elia Senzia, e quindi essere cittadini romani. Dunque da quelle
iscrizioni non parmi si possa desumere, con certezza, che in esse
siano menzionati o liberti cittadini, o liberti latini ; una di quelle
lapidi anzi (C. I. L. X, 60) mi sembra fornisca piuttosto un
argomento diretto contro l'ipotesi del Lemonnier, poiché L.
Laberio Optato che ottenne, nel suo municipio di Vibone, gli
ornamenti censorii, deve essere stato certamente liberto cittadino,
ma giammai liberto latino.

Da tutto ciò credo dunque di poter concludere che le fonti epi-
grafiche non forniscono elementi sufficienti per distinguere quelle
due categorie di libertini che abbiamo accennato, e non potrebbe
essere altrimenti, poiché il nome del liberto presenta, secondo me,
un carattere più subbiettivo che obbiettivo ; si riferisce forse più
ai rapporti che il liberto ha col suo patrono, che al suo stato so-
ciale, e questi rapporti, sia che si tratti di un liberto cittadino,
sia che si tratti di un liberto latino, sono pressoché identici. Infine
ritengo che non si possa rispondere affermativamente al quesito
che ci siamo proposti, perchè, nella vita pratica romana, di cui
le lapidi sono il documento più prezioso che ci rimanga, non si
teneva probabilmente conto di una condizione meramente tran-
sitoria, quale era la latinità iuniana, e che più che altro aveva
importanza nei riguardi giuridici.

L. Cantarelli.

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