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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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Hülsen, Christian: Vedute delle rovine del Foro romano disegnate da Martino Heemskerk
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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0176

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Vedute delle rovine del Foro romano

l'aggiungere arbitrari restauri ai monumenti da lui visti (1). E
di questa importanza topografica fanno fede le tre vedute del
Foro romano e del Campidoglio, cui la Direzione del Ballettino
volle cortesemente concedere un posto in questa pubblicazione.

Il primo disegno (tav. VII) rappresenta il lato settentrionale
del Toro, dalla chiesa dei ss. Cosma e Damiano fino a quella di
s. Adriano. Lo spazio fra coteste due chiese è occupato da poche
casupole, restando libera la veduta verso il nord, ove si scorgono
lo colonne Traiana ed Antonina. Dietro il tempio di Antonino
s'innalza il cosidetto frontespizio di Nerone, nel giardino Colonna:
tra s. Lorenzo in Miranda e i ss. Cosma e Damiano veggonsi gli
avanzi del Foro di Nerva, e le rovine delle terme di Tito. Non
possiamo negare che, nel disegnare il fondo, l'artista siasi preso
qualche libertà, troncando p. es. il muro laterale del tempio di
Faustina per far vedere le pendici delle Esquilie ed il tempio di
Minerva (2). Il primo piano invece mostra di essere fedelmente
copiato dal vero. E merita particolare attenzione quell'avanzo di
muraglione, accanto alla chiesa di s. Lorenzo, che sembra com-
posto di grandi massi squadrati, interrotti da un arco. Lo stesso
avanzo si trova disegnato nell'affresco del Sodoma nel chiostro di
Monte Oliveto Maggiore presso Siena (de Eossi, Mitth. ci. List.
II, p. 150): e fu anche riconosciuto dal medesimo de Rossi in un
disegno anonimo dell' Escuriale {Mittheilungen cles ròm. Insii-
tuts 1888, p. 94). Mentre però nelle due vedute più antiche il

(!) Sono note le relazioni che esistevano fra l'Heemskerk ed il celebre
incisore Girolamo Cock (Vasari, Di diversi artefici fiamminghi, 1. XIII, p. 149,
ed. Milanesi, 1857; Nagler, Kùnstlerlexicon 3 p. 21 ; 6 p. 38): e sarebbe
da ricercare, se le vedute di Koma antica pubblicate dal Cock (Praecipua
romanae antiquitatis monumenta, 1551) e con ragione ritenute preziose dai
topografi, debbano una parte della loro perfezione alle vedute dell'Heemskerk,
le quali possono aver loro servito di modelli.

(2) Che, del resto, al tempo dell'Heemskerk quest'ultima regione fosse
veramente quasi spopolata, risulta dalle parole del Martinelli (Roma ricercata,
Giom. VI p. 83 ed. 1689): 'I molti orti che vi erano (nel luogo detto il
Pantano) furono levati d'ordine di Gregorio XIII, e fattevi strade, quali si
riempirono di edifici, in meno di due anni nel 1585 '.
 
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