in relazione con Varcheologia e Vàrie
383
io vi rinvenni nel cortile le anticaglie che qui accenno, e che
scomparvero quando fu i-istaurato il palazzo dalla Banca Romana.
Un rilievo marmoreo di esecuzione assai buona, che deve
attribuirsi almeno al secondo secolo dell'impero, od alla fine del
primo. Rappresenta tre delle fatiche d'Ercole ; la caccia degli
uccelli Stinfalidi, quella della cerva eripede, e la singolare scena
della spaccatura di un monte per farvi passare il fiume Alfèo.
Così l'ha spiegata il prof, von Duhn, al quale siamo anche
debitori di una ingegnosa congettura, che cioè cotesto rilievo abbia
appartenuto al piedestallo della statua colossale in bronzo, detto
l'Ercole Mastai, ora nella sala rotonda del Museo Vaticano. In-
fatti è dalla prossimità del sito, in cui fu rinvenuto l'Ercole nel
1864 (palazzo già Orsini, quindi Pio, e poi Righetti) al palazzo
già Lovatti che egli ne vuole arguire la provenienza ('). Inoltre le
misure prese dal von Duhn medesimo sul posamento della statua
confrontate con quelle del rilievo (che avrebbe avuto sei scene
sul davanti e tre su ciascuno dei lati) confermarono la congettura.
Aggiungo io una nuova conferma, ed è uno stemma marmoreo
della Gasa Orsini, che io vidi fra i marmi adunati nel cortile
Lovatti, e che proviene indubitatamente dal palazzo già Righetti.
Un torso di statuetta di Dionysos con testa non sua (2„). Una
fronte di sarcofago con soggetto dionisiaco (3). Un'altra con pro-
tome muliebre sostenuta da geni (4). Un coperchio di cinerario
a foggia di tetto con due colombi (5). Un frammento di orologio
solare colle parole: VLTIMA FORSAN: un zoforo con opera
musiva Cosmatesca; tre capitelli corinzi di buon lavoro e di
grandi proporzioni; tre cippi sepolcrali scritti, dei quali non
(J) Von Duhn, Antike Bildwerke in Rom IH, p. $3.
(*) Idem. I, p. 96.
(3) Idem. II, p. 99.
(4) Idem, ivi, p. 141.
(») Idem, IH, p. 211.
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io vi rinvenni nel cortile le anticaglie che qui accenno, e che
scomparvero quando fu i-istaurato il palazzo dalla Banca Romana.
Un rilievo marmoreo di esecuzione assai buona, che deve
attribuirsi almeno al secondo secolo dell'impero, od alla fine del
primo. Rappresenta tre delle fatiche d'Ercole ; la caccia degli
uccelli Stinfalidi, quella della cerva eripede, e la singolare scena
della spaccatura di un monte per farvi passare il fiume Alfèo.
Così l'ha spiegata il prof, von Duhn, al quale siamo anche
debitori di una ingegnosa congettura, che cioè cotesto rilievo abbia
appartenuto al piedestallo della statua colossale in bronzo, detto
l'Ercole Mastai, ora nella sala rotonda del Museo Vaticano. In-
fatti è dalla prossimità del sito, in cui fu rinvenuto l'Ercole nel
1864 (palazzo già Orsini, quindi Pio, e poi Righetti) al palazzo
già Lovatti che egli ne vuole arguire la provenienza ('). Inoltre le
misure prese dal von Duhn medesimo sul posamento della statua
confrontate con quelle del rilievo (che avrebbe avuto sei scene
sul davanti e tre su ciascuno dei lati) confermarono la congettura.
Aggiungo io una nuova conferma, ed è uno stemma marmoreo
della Gasa Orsini, che io vidi fra i marmi adunati nel cortile
Lovatti, e che proviene indubitatamente dal palazzo già Righetti.
Un torso di statuetta di Dionysos con testa non sua (2„). Una
fronte di sarcofago con soggetto dionisiaco (3). Un'altra con pro-
tome muliebre sostenuta da geni (4). Un coperchio di cinerario
a foggia di tetto con due colombi (5). Un frammento di orologio
solare colle parole: VLTIMA FORSAN: un zoforo con opera
musiva Cosmatesca; tre capitelli corinzi di buon lavoro e di
grandi proporzioni; tre cippi sepolcrali scritti, dei quali non
(J) Von Duhn, Antike Bildwerke in Rom IH, p. $3.
(*) Idem. I, p. 96.
(3) Idem. II, p. 99.
(4) Idem, ivi, p. 141.
(») Idem, IH, p. 211.