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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 16.1888

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https://doi.org/10.11588/diglit.13630#0469

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ma probabilmente era nell'interno della cella. Del grande cor-
nicione del frontispizio non si ha notizia alcuna; la qual cosa con-
fermerebbe che il tempio Capitolino, anche dopo il restauro di
Domiziano, non ebbe trabeazione marmorea, ma conservò l'intavo-
latura di legno more tuscanico.

Ibid, fase. 3.

Huelsen, Il sito e le iscrizioni della Schola Xantha sul
Foro Romano.

Verso la metà del XVI secolo fu fatto uno scavo presso
il tempio di Saturno; dallo studio diligente delle notizie che
abbiamo su di esso, si può riconoscere che il vero sito della
Schola Xantha era al lato sud dei Rostra, fra questi e la Sacra
Via e colla fronte rivolta a quest'ultima. Quasi tutti i recenti to-
pografi la ponevano invece nella fila di stanze sottoposte al portico
degli Dei Gonsentes. Quanto alle iscrizioni che si leggevano sul-
l'epistilio della Schola, la ratio nominum mostra che le più
antiche erano quelle di Bebnjx Àug. I. Drusianus e di A. Fabius
Xanthus, mentre quella di C. Avillius Licinius Trosius è del-
l'età incirca di Caracalla. Trattandosi di monumento dedicato da
due magistrati, le iscrizioni poste da Bebryx e Xanthus debbono
ricorrere due volte, nell'una precedendo il nome dell'uno, e nel-
l'altra quello dell'altro. Ma dell'iscrizione che ricorda gli orna-
menti aggiunti post dedicalionem, manca la gemella, quella cioè
nella quale dovea precedere il nome di A. Fabius Xanthus. Nel
posto di questa iscrizione cancellata, sarebbe stata incisa nel III
secolo l'iscrizione di Avillio Licinio Trosio, il quale perciò non
avrebbe istituito per primo, ma solo rifatto gli ufizi degli Scribae
librarli.
 
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