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La recenti scoperte
tivo speciale di costruire la basilica in quel posto: per es. di
conservare la memoria del luogo in cui il martire venne ucciso :
giacché gli atti ci dicono che egli fu sepolto « in eodem loco
ubi clecollatus est ».
lo penso che il papa Giulio non togliesse il corpo di s. Va-
lentino dalla cripta sotterranea per deporlo nella nuova basilica,
giacche era costume del quarto secolo di lasciare scrupolosamente
nel posto primitivo le tombe dei martiri. È certo però che in
più tarda età avvenne siffatta traslazione, ed io suppongo che avve-
nisse nel secolo settimo ai tempi del papa Onorio I (a. 625-38)
il quale, come già dissi nella prima relazione, restaurò la nostra
basilica. E che ai tempi di Onorio ivi il martire si venerasse,
ce lo attesta l'itinerario salisburgense compilato circa quel tempo,
nel quale leggiamo : « Deinde intrabis per urbem ad Aquilonem
donec pervenies ad portarti Flamineam, ubi quiescit via Flammea
sanctus Valentinus in basilica magna quam Honorius repara-
vit et alii martyres in aquilone plaga sub terra » Non
essendovi memoria di altri lavori eseguiti nella basilica di s. Va-
lentino da Giulio ad Onorio, e trovando che ai tempi di Onorio
il corpo del martire riposava precisamente nella basilica, è molto
naturale il supporre che Onorio ivi lo trasferisse dal prossimo
sotterraneo. La qual traslazione lungi dal contradire agli usi del
tempo vi corrisponde assai bene. Infatti i pellegrini autori degli
itinerari i quali circa quella età visitarono le catacombe romane,
videro alcuni sepolcri trasportati forse in quel tempo stesso dai
cimiteri sotterranei agli oratori superiori; oltre a ciò fu preci-
samente il papa Onorio il quale tolse dal luogo primitivo il
eorpo di s. Pancrazio e lo depose in un nuovo altare da lui edi-
ficato come ci attesta un'antica iscrizione « corpus martyris quod
ex obliquo aulae jacebaiJ altari insignibus ornato melallis loco
(!) v. de Rossi, Roma sotterranea, Tomo I, p. 176.
La recenti scoperte
tivo speciale di costruire la basilica in quel posto: per es. di
conservare la memoria del luogo in cui il martire venne ucciso :
giacché gli atti ci dicono che egli fu sepolto « in eodem loco
ubi clecollatus est ».
lo penso che il papa Giulio non togliesse il corpo di s. Va-
lentino dalla cripta sotterranea per deporlo nella nuova basilica,
giacche era costume del quarto secolo di lasciare scrupolosamente
nel posto primitivo le tombe dei martiri. È certo però che in
più tarda età avvenne siffatta traslazione, ed io suppongo che avve-
nisse nel secolo settimo ai tempi del papa Onorio I (a. 625-38)
il quale, come già dissi nella prima relazione, restaurò la nostra
basilica. E che ai tempi di Onorio ivi il martire si venerasse,
ce lo attesta l'itinerario salisburgense compilato circa quel tempo,
nel quale leggiamo : « Deinde intrabis per urbem ad Aquilonem
donec pervenies ad portarti Flamineam, ubi quiescit via Flammea
sanctus Valentinus in basilica magna quam Honorius repara-
vit et alii martyres in aquilone plaga sub terra » Non
essendovi memoria di altri lavori eseguiti nella basilica di s. Va-
lentino da Giulio ad Onorio, e trovando che ai tempi di Onorio
il corpo del martire riposava precisamente nella basilica, è molto
naturale il supporre che Onorio ivi lo trasferisse dal prossimo
sotterraneo. La qual traslazione lungi dal contradire agli usi del
tempo vi corrisponde assai bene. Infatti i pellegrini autori degli
itinerari i quali circa quella età visitarono le catacombe romane,
videro alcuni sepolcri trasportati forse in quel tempo stesso dai
cimiteri sotterranei agli oratori superiori; oltre a ciò fu preci-
samente il papa Onorio il quale tolse dal luogo primitivo il
eorpo di s. Pancrazio e lo depose in un nuovo altare da lui edi-
ficato come ci attesta un'antica iscrizione « corpus martyris quod
ex obliquo aulae jacebaiJ altari insignibus ornato melallis loco
(!) v. de Rossi, Roma sotterranea, Tomo I, p. 176.