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qaae datar die religioso ominis boni grada (Feste). Noi
crediamo più presto di vedervi una voce molto antica,
formata dalla particella negativa ex, e poi s, e threnos
(pianto), ed il senso sarebbe giubilo, allegrezza. I Ro-
mani poi per dare un' idea religiosa al costume di man-
darsi a vicenda questi doni nel cominciarsi V anno nuovo,
fìnsero questa dea che presiedeva a questi doni (i).
Da questi monumenti che ci sono pervenuti degli an-
tichi, si vede che quest' uso è pervenuto sino a noi a
traverso di tanti secoli. Nei villaggj del centro si usa di
andare i ragazzi di casa in casa per prendere il dono che
chiamano cabuannu, e le famiglie si scangiano a vicenda
questi doni. Nelle città si mandano i biglietti di visita,
monumenti fragili e poco- durevoli in faccia alle terre
cotte degli antichi.
G. Spano
BOLLI FIGULINI DI DECIMO
Molte volte abbiamo parlato delle antichità di questa
stazione romana, distante dieci miglia romane da Cagliari,
da cui prese il nome. Tanto nei tempi del governo spa-
gnuolo, quanto negli attuali si sono sempre trovati og-
getti di qualche interesse, che abbiamo notato ogni qual
volta si è presentata 1' occasione (Bull. an. V. p. 12. VII
p. g3). Sebbene vi siano rimasti pochi monumenti del-
l' antica grandezza romana, salvo il maraviglioso ponte di
nove foci, della stessa solidità di quello di Torres, pure
dalle scoperte che succedono per caso, allorché i conta-
dini lavorano la terra, è d' uopo inferire che fosse una
popolazione molto agiata.
(i) Nel sardo dialetto la voce istrina significa qualunque dono, specialmente
quello che si lascia dai padroni ai servi, o per qualunque segno di aver rice-
vuto un servigio, 0 di sovra più del pattuito del lavoro, italiano mancia.
qaae datar die religioso ominis boni grada (Feste). Noi
crediamo più presto di vedervi una voce molto antica,
formata dalla particella negativa ex, e poi s, e threnos
(pianto), ed il senso sarebbe giubilo, allegrezza. I Ro-
mani poi per dare un' idea religiosa al costume di man-
darsi a vicenda questi doni nel cominciarsi V anno nuovo,
fìnsero questa dea che presiedeva a questi doni (i).
Da questi monumenti che ci sono pervenuti degli an-
tichi, si vede che quest' uso è pervenuto sino a noi a
traverso di tanti secoli. Nei villaggj del centro si usa di
andare i ragazzi di casa in casa per prendere il dono che
chiamano cabuannu, e le famiglie si scangiano a vicenda
questi doni. Nelle città si mandano i biglietti di visita,
monumenti fragili e poco- durevoli in faccia alle terre
cotte degli antichi.
G. Spano
BOLLI FIGULINI DI DECIMO
Molte volte abbiamo parlato delle antichità di questa
stazione romana, distante dieci miglia romane da Cagliari,
da cui prese il nome. Tanto nei tempi del governo spa-
gnuolo, quanto negli attuali si sono sempre trovati og-
getti di qualche interesse, che abbiamo notato ogni qual
volta si è presentata 1' occasione (Bull. an. V. p. 12. VII
p. g3). Sebbene vi siano rimasti pochi monumenti del-
l' antica grandezza romana, salvo il maraviglioso ponte di
nove foci, della stessa solidità di quello di Torres, pure
dalle scoperte che succedono per caso, allorché i conta-
dini lavorano la terra, è d' uopo inferire che fosse una
popolazione molto agiata.
(i) Nel sardo dialetto la voce istrina significa qualunque dono, specialmente
quello che si lascia dai padroni ai servi, o per qualunque segno di aver rice-
vuto un servigio, 0 di sovra più del pattuito del lavoro, italiano mancia.