DOI article:
Spano, Giovanni: Raccolte di antichità sarde
DOI Page / Citation link:https://doi.org/10.11588/diglit.10807#0133
RACCOLTE DI ANTICHITÀ' SARDE
i33
Parlando degli studj archeologici in Sardegna abbiamo
passato in rivista quelli che nei secoli passati coltivarono
questa scienza} o che fecero collezioni di antichità sarde
(Bull. an. Ili, p. 12. VI, p. 155) ; ora avendo avuto oc-
casione di osservare una competente collezione di oggetti
antichi che ha fatto il Direttore delia Banca Nazionale Sig.
jR. Chessa, crediamo di far cosa grata ai lettori se qui
riferiamo quanto di singolare si contenga in essa colle-
zione (i).
Ori. Principiamo dagli ori che ora sono i più rari per
la molta ricerca che si è fatta dagli speculatori di simili
oggetti. Primeggia un bell'astuccio con due teste di leone
con globo e serpente ureo al di sopra: ha la sua laminetta
accartocciata dentro, ma disgraziatamente, per essere di
argento, è tutta ossidata, e difficilmente può spiegarsi. La
laminetta più intiera che siasi estratta da simili astuccj è
quella del R. Museo. Altro astuccio semplice imitante una
crisalide col suo appiccagnolo, che era pur destinato per
contenere il cartoccio. Un'amuleto a foglia di loto, ed altro
a disco con ornamenti a filigrana. Otto orecchini semplici
ed attortigliati, con molti globetti di monile di diverse
forme, dei soliti che si trovano nelle tombe di Tharros,
come in fatto tutti sono di provenienza di quella località.
Scarabei. Il numero di questi si riduce ad otto in pie-
tra dura, ad a quattro in pasta, ma sono dei più belli in
mezzo allo straordinario numero di questi curiosi oggetti
esclusici alle tombe di Tharros. Uno, ch'è il più prezioso,
è in corniola montato in oro, il quale rappresenta Iside
accoccolata con testa di sparviero epscent in testa: stende
(l) Altre volte in questo Ballettino si è parlilo di alcuni oggetti figurali che
ci permise di pubblicare lo slesso possessore ( V. Btiìiet. An. V, pag. i3t e
VI, png. '•>"-)•
i33
Parlando degli studj archeologici in Sardegna abbiamo
passato in rivista quelli che nei secoli passati coltivarono
questa scienza} o che fecero collezioni di antichità sarde
(Bull. an. Ili, p. 12. VI, p. 155) ; ora avendo avuto oc-
casione di osservare una competente collezione di oggetti
antichi che ha fatto il Direttore delia Banca Nazionale Sig.
jR. Chessa, crediamo di far cosa grata ai lettori se qui
riferiamo quanto di singolare si contenga in essa colle-
zione (i).
Ori. Principiamo dagli ori che ora sono i più rari per
la molta ricerca che si è fatta dagli speculatori di simili
oggetti. Primeggia un bell'astuccio con due teste di leone
con globo e serpente ureo al di sopra: ha la sua laminetta
accartocciata dentro, ma disgraziatamente, per essere di
argento, è tutta ossidata, e difficilmente può spiegarsi. La
laminetta più intiera che siasi estratta da simili astuccj è
quella del R. Museo. Altro astuccio semplice imitante una
crisalide col suo appiccagnolo, che era pur destinato per
contenere il cartoccio. Un'amuleto a foglia di loto, ed altro
a disco con ornamenti a filigrana. Otto orecchini semplici
ed attortigliati, con molti globetti di monile di diverse
forme, dei soliti che si trovano nelle tombe di Tharros,
come in fatto tutti sono di provenienza di quella località.
Scarabei. Il numero di questi si riduce ad otto in pie-
tra dura, ad a quattro in pasta, ma sono dei più belli in
mezzo allo straordinario numero di questi curiosi oggetti
esclusici alle tombe di Tharros. Uno, ch'è il più prezioso,
è in corniola montato in oro, il quale rappresenta Iside
accoccolata con testa di sparviero epscent in testa: stende
(l) Altre volte in questo Ballettino si è parlilo di alcuni oggetti figurali che
ci permise di pubblicare lo slesso possessore ( V. Btiìiet. An. V, pag. i3t e
VI, png. '•>"-)•