2 5 S * N O T I Z I E
ìmmoblli dicono forse piìi del vero . La Nutrice , che si conosce per
Ja stessa , che gli dettero per guardia i Genitori nella sua partenza-.
da Norcia , colle mani alzate , e tese in atto supplichevole mostra. la
desolazione per lo sfascello dello schifo . Ciò però che rende piii di
tutto pregiabile questo quadro è il ritratto del Sodoma , e della rao-
glie fatto da lui medesimo con lo specchio. Se io non traveggo , il suo
viso parmi Lombardo, la sua capigHatura è poco diversa da que’ Ligu-
ri, che Plinio chiama capìllati. E’ben vero altresì che tale l’ avevano
gli artlsti di que’ tempi, e forse il più degli Uomini, come si vede ne*
ritratti di Matteo da Siena, di Raffaello, e d’ altri . Negli occhj di Lui
furbescamente rivolti, e nella sua fronte signisicante si vede s uomo di
Genio . Questo ritratto ha poca somiglianza, e forse nessuna con quel-
lo, che il Vasari pose da capo alla vita di questo pittore, perciò s ho
fatto diligentemente disegnare da Fra Daniele Monaco Olivetano , de-
gno di esser quì ricordato per la sua bontà e attenzione , propria di
questo nobilissimo Ordine nel ricevere ospiti . La Moglie di Gio. An~
tonio è vestita alla spartana .
Nuda genu , nodoque sìnus collecta jluentes .
II di lei viso è lieto , il suo guardo è sfavillante, e maligno . II Razzi
ha la spada in mano^a cui s’appoggia, ed ha indosso l’àbito descritto
dal Vasari. Da piedi vi stanno varj animali stranierl. Dletro alla don-
na si vede un gruppo di gente, che mira allo specchio pendente da un
capitello, coll’ajuto del quale il bravo pittore quì ritrasse se stesso .
Di mezzo alla gente appare un vecchio Monaco barbuto , e agitato dalia
curiosità , e dal piacere di quella scena ; mentre un altro con bel gar-
bo , si fa scudo della mano alla luce, che daJIo specchio risiessa in copia
abbondante lo ferisce con noja . In faccia alla porta sudetta della Chiesa
è la pittura del Santo Vecchione, che riceve i due giovanetti Placido,
e Mauro . II vecchio somiglia un Patriarca venerando . Vi saranno in
questa storia da cinquanta persone circa, e tutte spirano vita, e mo-
vimento. Dalla porta di un palazzo escono alcuni Cavalieri armati, e
vedesi la calca che soffrono, volendo uscire moltl insieme; i cavalli si
volgono col capo dai lati, mentre sono spinti, e urtati da quei di mez-
zo . 11 Servo, che quì tiene un cavaJlp inaiberato somiglia a quello di
Monte Gavallo, che attribm'scesi a Fidia. E’anco da notarsi l’ architettu-
ra, e la lontananza. Sopra la porta che introduce più addentro al Mo-
nastero vi è dipinto il Giovine spedito dal suo padrone con due fiaschi
di vino in dono al Santo ; ma egli serbatone uno per se, il nasconde
nella selva, recando l’ altro al S. Romito, il quale per celeste lume_»
scoperta l’infedeltà del servo, e ripresolo amorevolmente il costringe
a pentimento . Mentre pertanto egli ritorna sopra i suoi passi al nascon-
diglio , ecco dalla bocca del fiasco rubato escire un serpe orrendo,
che fischia, e lo minaccia, nell’atto che egli vicina di già vi avea^
stesa la mano per ripigliarlo . Si vedono apertamente rizzarglisi i capeJ-
li 3 e raggrinzarsi le carni per l’ orrore dell’ imminente pericolo, e del
luogo
ìmmoblli dicono forse piìi del vero . La Nutrice , che si conosce per
Ja stessa , che gli dettero per guardia i Genitori nella sua partenza-.
da Norcia , colle mani alzate , e tese in atto supplichevole mostra. la
desolazione per lo sfascello dello schifo . Ciò però che rende piii di
tutto pregiabile questo quadro è il ritratto del Sodoma , e della rao-
glie fatto da lui medesimo con lo specchio. Se io non traveggo , il suo
viso parmi Lombardo, la sua capigHatura è poco diversa da que’ Ligu-
ri, che Plinio chiama capìllati. E’ben vero altresì che tale l’ avevano
gli artlsti di que’ tempi, e forse il più degli Uomini, come si vede ne*
ritratti di Matteo da Siena, di Raffaello, e d’ altri . Negli occhj di Lui
furbescamente rivolti, e nella sua fronte signisicante si vede s uomo di
Genio . Questo ritratto ha poca somiglianza, e forse nessuna con quel-
lo, che il Vasari pose da capo alla vita di questo pittore, perciò s ho
fatto diligentemente disegnare da Fra Daniele Monaco Olivetano , de-
gno di esser quì ricordato per la sua bontà e attenzione , propria di
questo nobilissimo Ordine nel ricevere ospiti . La Moglie di Gio. An~
tonio è vestita alla spartana .
Nuda genu , nodoque sìnus collecta jluentes .
II di lei viso è lieto , il suo guardo è sfavillante, e maligno . II Razzi
ha la spada in mano^a cui s’appoggia, ed ha indosso l’àbito descritto
dal Vasari. Da piedi vi stanno varj animali stranierl. Dletro alla don-
na si vede un gruppo di gente, che mira allo specchio pendente da un
capitello, coll’ajuto del quale il bravo pittore quì ritrasse se stesso .
Di mezzo alla gente appare un vecchio Monaco barbuto , e agitato dalia
curiosità , e dal piacere di quella scena ; mentre un altro con bel gar-
bo , si fa scudo della mano alla luce, che daJIo specchio risiessa in copia
abbondante lo ferisce con noja . In faccia alla porta sudetta della Chiesa
è la pittura del Santo Vecchione, che riceve i due giovanetti Placido,
e Mauro . II vecchio somiglia un Patriarca venerando . Vi saranno in
questa storia da cinquanta persone circa, e tutte spirano vita, e mo-
vimento. Dalla porta di un palazzo escono alcuni Cavalieri armati, e
vedesi la calca che soffrono, volendo uscire moltl insieme; i cavalli si
volgono col capo dai lati, mentre sono spinti, e urtati da quei di mez-
zo . 11 Servo, che quì tiene un cavaJlp inaiberato somiglia a quello di
Monte Gavallo, che attribm'scesi a Fidia. E’anco da notarsi l’ architettu-
ra, e la lontananza. Sopra la porta che introduce più addentro al Mo-
nastero vi è dipinto il Giovine spedito dal suo padrone con due fiaschi
di vino in dono al Santo ; ma egli serbatone uno per se, il nasconde
nella selva, recando l’ altro al S. Romito, il quale per celeste lume_»
scoperta l’infedeltà del servo, e ripresolo amorevolmente il costringe
a pentimento . Mentre pertanto egli ritorna sopra i suoi passi al nascon-
diglio , ecco dalla bocca del fiasco rubato escire un serpe orrendo,
che fischia, e lo minaccia, nell’atto che egli vicina di già vi avea^
stesa la mano per ripigliarlo . Si vedono apertamente rizzarglisi i capeJ-
li 3 e raggrinzarsi le carni per l’ orrore dell’ imminente pericolo, e del
luogo