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DellaValle, Guglielmo
Lettere Senesi Di un socio dell' Accademia di Fossano Sopra Le Belle Arti (Band 3) — Roma, 1786 [Cicognara, 1217-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27307#0413

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NOTIZIE DEL CAV. RAFFAELLE VANNI

A L CHIARISSIMO SIGNORE

D. ODOARDO GRENFIELD

Membro della Socìetà Reale di Londra .

LA morte che talora non è il peggiore de' mali 5 nel fraudarmi
de’vicini > e bramati amplessi dell’ amatissimo padre , mi fece
il piii misero de’ mortali . Ma la Signora Angelica Kauf-
fman , nel di cui pennello d’oro si celano le Grazie, e la Verità, pie-
tosa al mio dolore mi consortò non poco, deilneando in una carta un
luogo selvàggio , e tra funerei cipressi,e nella solitudine drizzando un
monumento , che mi farà presente infin che vivo , s aitissima cagione
de’ miei lamenti. Sopra una base collocò s urna, che chiude le cene-
ri dell’amato genitore, e als umiltà ( virtù da esso prediietta ) diede_j
una mossa , e un affetto, degno di lei . La bellissima immagine delia
virtù cinge s urna con ia destra , appoggiandovi sopra vezzosamente ia
fronte ; il veJo ricco, e facile che dai capo le cade a piedi, e la sini-
stra sua mano abbandonata, e il ritratto del padre figurato nel mezzo
della base, mostrano che elia m’ intese, e che ia di lei anima sensibi-
le, e pietosa non udì con indifferenza i miei gemiti profondi. Giudi-
ziosa in questo come negli altri suoidisegni, me nelle lagrime immer-
so e nel doiore, celò dietro ai monumento , e nels ombra dei tristi ci-
pressi nascose aiio sguardo insultante dei profani. Perchè non ho io,
Angelica illustre, pari a te s ingegno per emulare BertoIIozzi, Burk, e
jRyland , e con la penna anch’ io descrivendo le opere tue animate ,
cospirare als immortalità del tuo nome ? Quei che leggerebbero quest’
umili mie carte , sebbene difformi assai dai loro originali vedrebbero
quì impresse le tue belle stagioni, e principalmente s inverno . Vedreb-
bero un’ immagine del mio dolore nel Telemaco piangente alle sventure
del padre, cantate da tre vaghe donzelle di Circe ; e la maga , come
tu commossa al mio affanno , far cenno alle cantatrici di tacere. Ve-
drebbero il tardo pentimento dels Esule Ovidio, e Amore profano rom-
pere quel dardo , che gli fu fatale ; e il buon Virgilio mal vivo, che_»
con lo stile tremante per i palpiti della morte vicina scrive i versi
estremi nel mezzo dei due più cari amici. Poi darei luogo a quella do-
lente istoria, nella quale al vivo rappresentasti Pallante , qual fiore re-
ciso sù lo stelo nel vigore più grato , e vicino als estinto giacente so-
pra una bara di verdirami, Enea che della Sidonia coltre il ricopre , e_j
non meno delle care armi sue, che delle spoglie nemiche adorna il fe-
retro , e nel vecchio Acete, che siede da lato e par che dica : O pa-
dre, o Evandro quale a te ritorna l’ amabile unico Pallante ! e nelle
lamentevoli donne Trojane inviterei chi legge a fissarsi in un sogget-

to,
 
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