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;=} Maestro Francesco di Giorgio fu allogato questo di 12. Aprile ( 14*7^.)
a dipingere una tavola d’ altare ( cioè).la Natività diN. S., e deb-
ba essere ornata di tutte quelle parti, che ricerca una beila tavola fatta
da huono Maestro, e debba esser fornita per tempo d’ un anno per pri-
mo a venire, e noi li doviamo dare per suo salario fiorini cinquanta,
et esso debba mettare tutti Ji coJori, et oro di suo, eccetto lo compro
delJa tavoJa ; Ja quale haviamo a pagare noi; ma se la facesse bella in
modo, che fusse stimata piii che monta lo pregio sopradetto , li dovia-
mo dare piii fiorini dieci ec. =3 . Questa dettatura non è certamente
Sanese.
A SUA ECCELLENZA
D. BALDASSARRE ODESCALCHI
DUCA D I C £ R I .
L’Amico Ciaccheri, che neJJ’ amore deila cara Patria non cede ai
Decj , ed ai Fabrìzj , aveva già da più. d’ un Justro appoggiata
la cura al nostro De-Vegni , dotto per verità più di ogni altro
nelle cose appartenenti all’ architettura, di fare J’ edizione, o almeno
1’ estratto del trattato di quest’ arte , scritto a penna daJ celebre M.
Francesco di Giorgio Sanese; ma egli, veramente occulto, anzi seppel-
lito fra i tartari di Radicofiini, o se n’ era scordato , o differivane 1*
impresa alJe calende greche. Fu male per me , e peggio per J’architet-
tura, che all’ amico nostro non piace lo stare come uno Svizzero ad as-
pettare iJ cenno del Caporale, che gli rammenti 1’ uso delle gambe , e
gliele scioJga dal suo posto ; poichè nelle mie mani M. Francesco, in-
vece di comparire un ottimo Architetto, non sembrerà per avventura
che l’ ultimo de’ Muratori. Ad ogni modo per non irritare di più I’ a-
mico , a cui più che non vorrei , danno ora noja gli occhj offesi da
non so quale reo umore, le presento J’ estratto da me fattone . Ripor-
terò di lui Je medesime parole, le quali mi parvero interessanti, e-_>
principalmente il proemio, nel quale egli M. Francesco dipinge se stes-
so con quello stile , con cui i Pittori e Scultori di Jui contemporanei,
esprimevajio Je più minute, e ascose parti deJJe sigure da essi rappre-
sentate . Incomincia così :
Eupompo di Macedonia egregio Mathematicho nissuna arte perfet-
tamente ne Ji homini essere determinava senza aritmeticha e Gieome-
tria . SimiJmente non solo da lui ma da molti altri periti matematici
non meno necessaria era existimata J’ arte della simetria overo deJ di-
segno a qualunche operativa scientia che Je prenominate . Questo me-
desimo giudicando ApeJIe et MeJantio experti matematici et solerti pitto-
;=} Maestro Francesco di Giorgio fu allogato questo di 12. Aprile ( 14*7^.)
a dipingere una tavola d’ altare ( cioè).la Natività diN. S., e deb-
ba essere ornata di tutte quelle parti, che ricerca una beila tavola fatta
da huono Maestro, e debba esser fornita per tempo d’ un anno per pri-
mo a venire, e noi li doviamo dare per suo salario fiorini cinquanta,
et esso debba mettare tutti Ji coJori, et oro di suo, eccetto lo compro
delJa tavoJa ; Ja quale haviamo a pagare noi; ma se la facesse bella in
modo, che fusse stimata piii che monta lo pregio sopradetto , li dovia-
mo dare piii fiorini dieci ec. =3 . Questa dettatura non è certamente
Sanese.
A SUA ECCELLENZA
D. BALDASSARRE ODESCALCHI
DUCA D I C £ R I .
L’Amico Ciaccheri, che neJJ’ amore deila cara Patria non cede ai
Decj , ed ai Fabrìzj , aveva già da più. d’ un Justro appoggiata
la cura al nostro De-Vegni , dotto per verità più di ogni altro
nelle cose appartenenti all’ architettura, di fare J’ edizione, o almeno
1’ estratto del trattato di quest’ arte , scritto a penna daJ celebre M.
Francesco di Giorgio Sanese; ma egli, veramente occulto, anzi seppel-
lito fra i tartari di Radicofiini, o se n’ era scordato , o differivane 1*
impresa alJe calende greche. Fu male per me , e peggio per J’architet-
tura, che all’ amico nostro non piace lo stare come uno Svizzero ad as-
pettare iJ cenno del Caporale, che gli rammenti 1’ uso delle gambe , e
gliele scioJga dal suo posto ; poichè nelle mie mani M. Francesco, in-
vece di comparire un ottimo Architetto, non sembrerà per avventura
che l’ ultimo de’ Muratori. Ad ogni modo per non irritare di più I’ a-
mico , a cui più che non vorrei , danno ora noja gli occhj offesi da
non so quale reo umore, le presento J’ estratto da me fattone . Ripor-
terò di lui Je medesime parole, le quali mi parvero interessanti, e-_>
principalmente il proemio, nel quale egli M. Francesco dipinge se stes-
so con quello stile , con cui i Pittori e Scultori di Jui contemporanei,
esprimevajio Je più minute, e ascose parti deJJe sigure da essi rappre-
sentate . Incomincia così :
Eupompo di Macedonia egregio Mathematicho nissuna arte perfet-
tamente ne Ji homini essere determinava senza aritmeticha e Gieome-
tria . SimiJmente non solo da lui ma da molti altri periti matematici
non meno necessaria era existimata J’ arte della simetria overo deJ di-
segno a qualunche operativa scientia che Je prenominate . Questo me-
desimo giudicando ApeJIe et MeJantio experti matematici et solerti pitto-