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DellaValle, Guglielmo
Lettere Senesi Di un socio dell' Accademia di Fossano Sopra Le Belle Arti (Band 3) — Roma, 1786 [Cicognara, 1217-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27307#0341

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DI A'RCANGELO SALIMBENI. 333

vola con la Natività di N. S. Sopra alla porta della chiesa di S. Nicco-
Jò in Sasso , detto lo spedale di Mona Agnesa v’ è una Madonna con
altri Santi, e finì molt’opere di Maestro Riccio . Poinpe San.tit.33.§.36.

11 Baldinucci scrive che quest’ artesice fu a Roma , e che stretto
avendo amicizia intrinseca col celebre pittore Federico Zuccheri, co’pre-
cetti di Lui diventò buon maestro . Egli pone le sue opere dopo la_i
metà del secolo XVI. Ma è da avvertire, che molti anni prima profes-
sava 1’ arte in Siena, sebbene le prime sue pitture abbiano del secco ;
però sono piene di sierezza nell’ espressione ; di questo fare tiene anca-
ra la sua tavola di S. Domenico, rappresentante il martirio di S. Pie-
tro dell’ ordine di detto Santo , sotto alla quale scrisse il suo nome,
e l’ anno in cui la dipinse in questo modo : zJlrcangelus Salimbenìm
saciebat a. d. MDLXXIX. II manigoldo armato di stocco , e che si
scaglia sopra il Santo ; la foresta, e lo scompiglio del compagno di es~
so Santo non lasciano tranquillo, chi vi pone attento lo sguardo . Sc-
pra vi è un bel gruppo di Angiòletti . Pensai fare cosa grata ai curiosi,
notando s anno , in cui Arcangelo fece P anzidetta pittura , la quale_j
avendo molta parte nel pensiero del capo d’ opera del Tiziano , cioè
di questa medesima storia da Lui dipinta per i SS. Giovanni , e Paolo
dì Venezia, potranno essi consrontando l’ epoca delle pitture , rilevare
a quale degli artefici si debba P idea, e s esecuzione di questa storia .
Arcangelo anch’ esso seppe da tre sole ngure, due delle quali sono ve-
stite di bianco, tinger così il manigoldo, e sparger tra le piante ,
nelle pieghe della tonaca scomposta dell’ ornbre, che danno rilievo alle
figure, e le staccano dalla tavola ; il sangue del Santo compisce la tra-
gica rappresentanza . Però se è vero quello che scrivono il Ridolfi , e
il giudizioso Autore della pktura Venezìana , cioè che Tiziano preso
abbia s idea de’ suoi Angioleiti da una scultura , creduta di Fidia , o
da alcuni Amorini antichi, ehe stanno nella chiesa di S. Maria de’MI-
racoli in Venezia, dove non so, se giammai capitato sia Salimbeni, è
probabileche da qualche stampa , o disegno , o relazione dels opera
di Tiziano, comunicatagli da qualche Domenieano stato ìn S, Giovan-
ni e Paolo , ne pigliasse egli s idea, e s eseguisse in Siena.

L’adorazione dei Magi, che incomrnciata dal Riccio, fu terminata
poi da Arcangelo mi fa sospettare che questi sia stato di Lui discepo-
]o ; poichè quel gruppo di Angioletti così grazioso , che si vede ìn^>
detta pittura ha del fare di quello , che Arcangelo fece nel'l’ anzidetta
storia di S. Pietro Martire . Ia Lucignano, distante dieci miglia, o poco
piìt da Siena; andando per la viaromana, stava in una chiesuola cam-
pestre una tavola di questo artesice, la quale ora è nella Pieve di detto
luogo ,, Rappresenta il Crocesisso in mezzo a quattro Santi , tra qualì
è la SS. Vergine ; ai quali sono aggiunti S. Bastiano , e S, Giovanni
Battista ; per impedire che le sigure non si imbarazzino in quello spa-
zio piuttosto ristretto per tante figure al naturale , pose questi due santi
piegati con un g.inocchio a terra lasciaado visibili, e iibere ie altre sigti-

re
 
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