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DellaValle, Guglielmo
Lettere Senesi Di un socio dell' Accademia di Fossano Sopra Le Belle Arti (Band 3) — Roma, 1786 [Cicognara, 1217-3]

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https://doi.org/10.11588/diglit.27307#0459

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DI GIUSEPPE NASINI. 451

E alla stanza 13. del medesimo canto priino quanto è energlca Ja
pittura che egli fa delJa regia di Lucifero , che risoJuto di tentare da
per se il Redentore , esce dall’ inferno per i vortici deJ fumo pesante
dell’ Etna . Ingegnosa è poi l’ idea del tentatore in sembianza di romi»
to , e di addensare le nubi , e senza contatto , in un vortice rapire
ii Signore sul pinacoJo . E’da notarsi il ministero degli Angeli, e l’omag-
gio dalle fiere prestatogli dopo Ja vittoria del nemico ; e il trionfo di
lui 5 tratto dai proseti. Asmodeo ( neJ canto 3.) che tenta Erodiade . II
contrasto de’ demonj per ottenere ii carro di Lucifero abbattuto , e fug-
giascoj non cede alJe piii immaginose pitture di Milton . E1 belJa l’otta*
va 69. in cui restringe 1’ orazione del Signore . Deve notarsi Ia vergo-
gna di Lucifero nel canto quarto , e Ja regia della morte ( al canto £. )
dove parlando delle opere immortali dice.

Dsntro scrigno di cedro , e di cipresso
Del poeta dd Enea F ópere stanno ,

E quanto il cieco vate ha in cuersi espresso
Del greco ingegno, e delP Iliaco danno .

Vuoto giace altro scrigno a lor da presso
Per le rhne che njita anc.or non hanno
I<vi perchè dovean parlar di lei
Loco serbò la morte c? versi rniei.

li pensiero poi di personisicare i mali che stanno neJJa regia del-
la morte è giudiziosissimo , e il dolore che affligge Lucifero fa bene la
parte sua. Ma ecco che sopragiunge Ja morte : che apparato crudele !
Nel canto 6. seguono i Joro ampJessi funesti , descritti dal poeta con
energìa . L’ accoglimento poi, che nel canto seguente fa il vecchio pe-
scatore ai due discepoli del Battista è un ritratto del secol d’ oro ; e
la descrizione della città della S’1011 celeste destinata per il trionfo del
Redentore è piena di beJle immagini profetiche ; in ogni canto trovansi
dei tratti originali, e sublimi, e per tacer degli altri accenerò il ' pen-
siero ( canto 15. ) di fare scender dal Cielo Ja GJoria di Dio perren-
dere maestosa, e terribile la morte dell’ uomo - Dio, il di cui carattere
è sostenuto da capo a sine. Tutto il poema è compreso in XVI. can-
ti, quale di cento , e quale di ottanta stanze , e quale più , e quale
meno, sebbene di poco . Quest’opera è degna di stare vicrna alle prime
dell’arte risorta , e merita non di stare chiusa nella regia della mor-
te, come dice il modesto A. ma di essere nelle mani di ognuno , che__»
adora II mistero della Redenzione, siccome meritava di essere ristam-
pata , come fu in Roma, centro delJa fede cristiana, 1’anno 176^4.

~ Giuseppe Nasini da Castel del piano , terra dello stato di Sie-
na, è stato celebre pittore de’nostri tempi , come inolte opere , assai
in pregio presso gl’ intendenti di simil professione ce Jo dimostrano ,
o se nel dipingere non si fosse addattato a tutti i prezzi, come chia-
ramente ce lo fanno vedere le sue pitture , talvolta Javorate in fretta,
ma non che non si riconoschi anco in esse Ja franchezza del maneg-

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